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La responsabilità nei confronti della politica

Autore:
Oliosi, Gino
Fonte:
CulturaCattolica.it
I movimenti ecclesiali per ricordare ai laici la loro responsabilità e la loro missione di portare la luce del Vangelo nella vita pubblica, culturale, economica e politica

«Come può la Chiesa contribuire alla soluzione degli urgenti problemi sociali e politici,e rispondere alla grande sfida della povertà e della miseria? I problemi dell’America Latina e dei Carabi, come anche del mondo di oggi, sono molteplici e complessi, e non si possono affrontare con programmi generali. Senza dubbio, la questione fondamentale sul modo come la Chiesa, illuminata dalla fede in Cristo, debba reagire davanti a queste sfide, ci riguarda tutti. In questo contesto è inevitabile parlare del problema delle strutture, soprattutto di quelle che creano ingiustizia. In realtà, le strutture giuste sono una condizione senza la quale non è possibile un ordine giusto nella società. Ma come nascono?, come funzionano? Tanto il capitalismo quanto il marxismo promisero di trovare la strada per la creazione di strutture giuste ed affermarono che queste, una volta stabilite, avrebbero funzionato da sole; affermarono che non solo non avrebbero avuto bisogno di una precedente moralità individuale, ma che esse avrebbero promosso la moralità comune. E questa promessa ideologica si è dimostrata falsa. I fatti lo hanno evidenziato. Il sistema marxista, dove è andato al governo, non ha lasciato solo una triste eredità di distruzione economiche ed ecologiche, ma anche una dolorosa oppressione delle anime. E la stessa cosa vediamo anche all’ovest, dove cresce costantemente la distanza tra poveri e ricchi e si produce un’inquietante degradazione della dignità personale con la droga, l’alcool e gli ingannevoli miraggi di felicità.
Le strutture giuste sono, come ho detto, una condizione indispensabile per una società giusta, ma non nascono né funzionano senza un consenso morale della società sui valori fondamentali e sulla necessità di vivere questi valori con  le necessarie rinunce, perfino contro l’interesse personale» [Discorso di Benedetto XVI alla Sessione inaugurale dei lavori della V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Carabi, 13 maggio 2007].

Dove Dio è assente - Dio dal volto umano di Gesù Cristo - questi valori non si mostrano con tutta la loro forza, né si produce un consenso su di essi. Non voglio dire che i non credenti non possano vivere una moralità elevata ed esemplare; dico solamente che una società nella quale Dio è assente non trova il consenso necessario sui valori morali e la forza per vivere secondo il modello di questi valori, anche contro i propri interessi.
D’altra parte, le strutture giuste devono cercarsi ed elaborarsi alla luce dei valori fondamentali, con tutto l’impegno della ragione politica, economica e sociale. Sono una questione della recta ratio e non provengono da ideologie né dalle loro promesse. Certamente esiste un tesoro di esperienze politiche e di conoscenze sui problemi sociali ed economici che evidenziano elementi fondamentali di uno stato giusto e le strade che si devono evitare. Ma in situazioni culturali e politiche diverse, e nel cambiamento progressivo delle tecnologie e della realtà storica mondiale, si devono cercare in maniera razionale le risposte adeguate e deve crearsi - con gli indispensabili impegni - il consenso sulle strutture che si devono stabilire.
Questo lavoro politico non è competenza immediata della Chiesa. Il rispetto di una sana laicità - compresa la pluralità delle posizioni politiche - è essenziale nella tradizione cristiana. Se la Chiesa cominciasse a trasformarsi direttamente in soggetto politico, non farebbe di più per i poveri e per la giustizia, ma farebbe di meno, perché perderebbe la sua indipendenza e la sua autorità morale, identificandosi con un’unica via politica e con posizioni parziali opinabili. La Chiesa è avvocata della giustizia e dei poveri, perché non si identifica coi politici e con gli interessi di partito. Solo essendo indipendente può insegnare i grandi criteri ed i valori inderogabili, orientare le coscienze ed offrire una opzione di vita che va oltre l’ambito politico. Formare le coscienze, essere avvocata della giustizia e della verità, educare alle virtù individuali e politiche, è la vocazione fondamentale della Chiesa in questo settore. Ed i laici cattolici devono essere coscienti delle loro responsabilità nella vita pubblica; devono essere presenti nella formazione dei consensi necessari e nell’opposizioni contro le ingiustizie.
Le strutture giuste non saranno mai complete in modo definitivo; per la costante evoluzione della storia, devono essere sempre rinnovate ed aggiornate; devono essere sempre animate da un “ethos” politico e umano, per la cui presenza ed efficienza si deve lavorare sempre. In altre parole, la presenza di Dio, l’amicizia col Figlio di Dio incarnato, la luce della sua Parola, sono sempre condizioni fondamentali per la presenza ed efficacia della giustizia e dell’amore nelle nostre società.
Trattandosi di un continente di battezzati, converrà colmare la notevole assenza, nell’ambito politico, della comunicazione e della università, di voci e di iniziative di leader cattolici di forte personalità e di dedizione generosa, che siano coerenti con le loro convinzioni etiche e religiose. I movimenti ecclesiali hanno qui un ampio campo per ricordare ai laici la loro responsabilità e la loro missione di portare la luce del Vangelo nella vita pubblica, culturale, economica e politica.

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