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La Chiesa in Italia

Autore:
Oliosi, Gino
Fonte:
CulturaCattolica.it
La Chiesa in Italia è una realtà di popolo ma necessita di un irrobustimento della formazione cristiana per essere in missione ad gentes e tra noi

«Dall’insieme di questi incontri con voi (Visita ad limina) sono stato anzitutto confermato nella certezza che in Italia la fede è viva e profondamente radicata e che la Chiesa è una realtà di popolo, capillarmente vicina alle persone e alle famiglie. (…) La fede cattolica e la presenza della Chiesa rimangono… il grande fattore unificante di questa amata Nazione ed un serbatoio di energie morali per il futuro.
Naturalmente queste consolanti realtà positive non ci portano ad ignorare e sottovalutare le difficoltà già presenti e le insidie che possono crescere con il passare del tempo e delle generazioni. Avvertiamo quotidianamente, nelle immagini proposte dal dibattito pubblico e amplificate dal sistema delle comunicazioni, ma anche, sebbene in misura diversa, nella vita e nei comportamenti delle persone, il peso di una cultura improntata al relativismo morale, povera di certezze e ricca di rivendicazioni non di radio ingiustificate. Avvertiamo anche la necessità di un irrobustimento della formazione cristiana mediante una catechesi più sostanziosa, per la quale può rendere un grande servizio il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica. Necessario è anche l’impegno costante di mettere Dio sempre più al centro della vita delle nostre comunità, dando il primato alla preghiera, alla personale amicizia con Gesù e quindi alla chiamata alla santità. In particolare, deve essere grande la cura per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, come anche la sollecitudine per la formazione permanente e per le condizioni in cui vivono e operano i sacerdoti: specialmente in alcune regioni, infatti, proprio il numero troppo esiguo di giovani sacerdoti rappresenta già adesso un serio problema per l’azione pastorale. Insieme a tutta la comunità cristiana, chiediamo con fiducia e con umile insistenza al Signore il dono di nuovi e santi operai per la sua messe (Mt 9,37-38)» [Discorso all’Assemblea della Cei, 24 maggio 2007].

La Chiesa in Italia è una realtà di popolo, quindi un servizio unificante alla Nazione, all’Europa e al mondo
L’Italia costituisce un terreno assai favorevole per la testimonianza cristiana. La Chiesa è ancora una realtà di popolo molto viva, che conserva in mezzo alla gente di ogni età e condizione una presenza capillare. Pur con situazioni differenziate le tradizioni cristiane sono spesso ancora radicate e continuano a produrre frutti, mentre è in atto un grande sforzo di evangelizzazione e di catechesi, rivolto in particolare alle nuove generazioni, ma ormai sempre più anche e soprattutto alle famiglie.
”La recentissima manifestazione a favore della famiglia, svoltasi per iniziativa del laicato cattolico ma condivisa da molti non cattolici, è stata una grande e straordinaria festa di popolo, che ha confermato come la famiglia stessa sia profondamente radicata nel cuore e nella vita  degli italiani. Questo evento ha certamente contribuito a rendere visibile a tutti quel significato e quel ruolo della famiglia nella società che ha particolarmente bisogno di essere compreso e riconosciuto oggi, di fronte ad una cultura che si illude di favorire la felicità delle persone insistendo unilateralmente sulla libertà dei singoli individui”.
E’ sentita con crescente chiarezza l’insufficienza di una razionalità chiusa materialisticamente nel solo empiricamente verificabile e di un’etica individualista propria di un liberalismo fondamentalista: in concreto, si avverte la gravità del rischio di staccarsi dalle radici cristiane della nostra civiltà. Questa sensazione, che è diffusa nel popolo italiano, viene formulata espressamente con  forza da parte di molti e importanti uomini di cultura, anche tra coloro che non condividono e almeno non praticano la nostra fede. La Chiesa e i cattolici italiani hanno, oggi, questa grande opportunità, se ne divengono consapevoli. Non ha senso un atteggiamento rinunciatario ripiegati su se stessi: è possibile mantenere vivo, anzi incrementare un nuovo dinamismo. Occorre aprirsi con fiducia a nuovi rapporti, non trascurare alcuna delle energie che possono contribuire alla crescita culturale e morale dell’Italia. Con la forza dello Spirito Santo, invocato nella preghiera personale e pubblica, come anima di tutto l’operare cristiano, possono emergere risposte positive e convincenti alle attese e agli interrogativi della nostra gente: se sapremo farlo, la Chiesa in Italia ha la possibilità storica di rendere un grande servizio non solo alla Nazione, ma anche all’Europa e al mondo, superando l’insidia del secolarismo che intacca non solo tutte le confessioni cristiane d’Occidente e d’Oriente, ma tutte le religioni, compreso l’islam che soprattutto per questo secolarismo reagisce violentemente all’Occidente. E’ ormai universale la necessità di una fede nel Dio con il volto umano vissuta in rapporto alle sfide del nostro tempo.

Necessità di un irrobustimento della formazione cristiana alla luce del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica
Ma anche l’Italia, partecipe di quella cultura che predomina in Occidente e che vorrebbe porsi come universale e autosufficiente generando un nuovo costume di vita, nell’incertezza di questo periodo storico travolto da una nuova ondata di illuminismo e di laicismo a livello teorico e a livello di prassi con una libertà individuale eretta a valore fondamentale cui tutto dovrebbe sottostare, i cattolici necessitano di ”una catechesi più sostanziosa”. Pastoralmente occorre utilizzare con zelo il Compendio e il Catechismo della Chiesa Cattolica. Fare in modo che i sacerdoti e i catechisti adottino questi strumenti, che vengano spiegati nelle parrocchie, nelle unioni e nei movimenti e che vengano utilizzati nelle famiglie come importanti letture. Nell’incertezza di questo periodo storico e di questa società, occorre offrire agli uomini la certezza della fede completa della Chiesa! La chiarezza e la bellezza della fede cattolica sono ciò che rendono, a livello oggettivo, luminosa la vita dell’uomo anche oggi! Questo in particolare se viene presentata, a livello soggettivo, da testimoni entusiasti ed entusiasmanti per il continuo avvenimento del loro incontro con la persona di Gesù Cristo che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva.

Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo: la Chiesa in missione, ad gentes e tra noi”
E’ stato il tema dell’Assemblea dei Vescovi, strettamente collegato con gli obiettivi del Convegno di Verona. Pur articolata si tratta di una evangelizzazione alla fine giustamente unitaria, perché si tratta sempre di annunciare e testimoniare il medesimo Gesù Cristo, sia ai popoli che si stanno per la prima volta aprendo alla fede, sia i figli di quei popoli che ora vengono a vivere e a lavorare in Italia, sia anche alla nostra gente, che a volte si è allontanata dalla fede ed è comunque sottoposta alla pressione di quelle tendenze secolarizzatici, ormai globali, che vorrebbero dominare la società in questo Paese, nell’Europa e nel mondo.
”Mi rallegro - ha sottolineato il Papa - che abbiate voluto mettere alla base dell’impegno missionario la fondamentale verità che Gesù Cristo è l’unico Salvatore del mondo: la certezza di questa verità ha fornito, fin dall’inizio, l’impulso decisivo per la missione cristiana. Anche oggi, come ha riaffermato la Dichiarazione Dominus Iesus, dobbiamo avere piena coscienza che dal mistero di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, vivo e presente nella Chiesa, scaturiscono l’unicità e l’universalità salvifica della rivelazione cristiana e quindi il compito irrinunciabile di annunciare a tutti, senza stancarsi o rassegnarsi, lo stesso Gesù Cristo, che è la via, la verità e la vita (Gv 14,16). Mi sembra che, se vediamo il panorama della situazione del mondo di oggi, si può capire - direi umanamente, quasi senza necessità di ricorrere alla fede - che il Dio che si è dato un volto umano, il Dio che si è incarnato, che ha il nome di Gesù Cristo e che ha sofferto per noi, questo Dio è necessario per tutti, è l’unica risposta a tutte le sfide di questo tempo. La stima e il rispetto verso le altre religioni e culture, con i semi di verità e di bontà che vi sono presenti e che rappresentano una preparazione al Vangelo, sono particolarmente necessari oggi, in un mondo che cresce sempre più assieme. Non può però diminuire la consapevolezza dell’originalità, pienezza e unicità della rivelazione del vero Dio che in Cristo ci è stata deifinitivamente donata, e nemmeno può attenuarsi o indebolirsi la vocazione missionaria della Chiesa. Il clima culturale relativistico che ci circonda rende sempre più importante e urgente radicare e far maturare in tutto il corpo ecclesiale la certezza che Cristo, il Dio dal volto umano, è il nostro vero e unico Salvatore. Il libro ”Gesù di Nazaret - un libro personalissimo, non del Papa ma di quest’uomo -è scritto con questa intenzione: che possiamo di nuovo, con il cuore e con la ragione, vedere che Cristo è realmente Colui che il cuore umano attende”.
Importante l’invito del Presidente della Cei nel discorso all’Assemblea: ”Non cogliere l’occasione di questo libro, e di ciò che questo libro può rappresentare in termini di conoscenza vera, di ricerca sicura, di ”visione affidabile”, sarebbe una grave occasione mancata. Non solo la ricerca intellettuale e il dibattito pubblico hanno qui un testo importante che segna traguardo, ma anche il movimento catechistico e l’intero filone formativo delle nostre diocesi, trovano in questo libro un polmone a cui ossigenarsi”.

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