Condividi:

Per tutti i giovani cristiani…

Autore:
Oliosi, Gino
Fonte:
CulturaCattolica.it
… nella XXIII Giornata mondiale della gioventù, una rinnovata effusione dello Spirito che ne infiammi i cuori e doni il coraggio di vivere il Vangelo e l’audacia di proclamarlo all’inizio del terzo millennio.

«“Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni” (At 1,8). Il filo conduttore della preparazione spirituale all’appuntamento di Sydney è lo Spirito Santo e la missione. Se nel 2006 ci siamo soffermati mediante lo Spirito Santo come Spirito di verità, nel 2007 cerchiamo di scoprirlo più profondamente quale Spirito d’amore, per incamminarci poi verso la Giornata mondiale della gioventù 2008 riflettendo sullo Spirito di fortezza e testimonianza, che ci dona il coraggio di vivere il Vangelo e l’audacia di proclamarlo» [Messaggio di Benedetto XVI per la XXII Giornata mondiale della gioventù, che si terrà a Sydney dal 15 al 20 luglio 2008].

Fondamentale in quest’anno di preparazione che tutti i giovani cristiani del mondo, che ognuno, nel proprio vissuto fraterno parrocchiale, associativo, nel carisma del proprio movimento di comunione ecclesiale e con i suoi educatori possa conoscere e invocare di più il Protagonista della storia della salvezza che è lo Spirito Santo o Spirito di Gesù. Per questo nel Dio vivente, Padre, Figlio, Spirito Santo, unico Dio, occorre riconoscere la sua vera identità ascoltando Dio che parla ora cioè Cristo risorto attraverso la Rivelazione documentata nella Bibbia e quindi prendere coscienza personalmente della sua continua, attiva presenza nella vita e nella missione della Chiesa a cui e dove concretamente si appartiene, riscoprendo in particolare che lo Spirito Santo si pone come “anima”, respiro vitale e continuo della propria vita cristiana grazie ai sacramenti dell’iniziazione cristiana - Battesimo, Confermazione ed Eucaristia - e diventare così capaci di maturare una comprensione di Gesù sempre più approfondita e gioiosa e, contemporaneamente, di realizzare una efficace attuazione del Vangelo all’alba del terzo millennio, lasciandoci assimilare a Lui, amare con il suo amore.
Benedetto XVI con il messaggio offre una traccia di meditazione perché in quest’anno di preparazione tutti nella Chiesa verifichino con i giovani la qualità della propria fede nello Spirito Santo, ritrovarla se mancante, rafforzarla se indebolita, gustarla come compagnia del Padre e del Figlio Gesù Cristo, grazie appunto all’invocazione per Maria dell’infusione indispensabile dello Spirito Santo. Occorre aiutare i giovani a non dimenticare che la Chiesa, anzi l’umanità stessa, quella che sta loro accanto e che li aspetta nel loro futuro, attende molto dai giovani perché coglie in loro il dono supremo del Padre, lo Spirito di Gesù.

Dio che parla oggi nella preghiera liturgica, attraverso la mediazione della Rivelazione contenuta nella Bibbia, promette lo Spirito Santo
Ogni incontro con la Persona viva del Risorto ci fa rivivere, attualizzare personalmente e nel vissuto fraterno di comunione ecclesiale ciò che prima dell’Ascensione Gesù disse allora e ripete qui e ora in ogni celebrazione sacramentale “Manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso” (Lc 24,49). E ciò che si realizzò allora nella prima Pentecoste, quando i dodici discepoli riuniti nel Cenacolo con la Vergine Maria, divenendo apostoli cioè mandati da Cristo come Lui apostolo, mandato dal Padre, con l’effusione dello Spirito santo sulla Chiesa nascente, riaccadrà, può riaccadere come nuova Pentecoste nella XXIII Giornata mondiale della gioventù a Sydney in Australia, nell’Oceania per molti versi secolarizzata, e in tutta la Chiesa, soprattutto in tutti i giovani del mondo. Quello che è accaduto allora nella prima Pentecoste a Gerusalemme e che può riaccadere oggi in una nuova Pentecoste era stato promesso e annunciato nell’Antico Testamento fin dalle origini. Occorre continuamente memorizzare questa promessa nella catechesi per renderla attuale nella preghiera, in ogni celebrazione liturgica. In effetti fin dalle prime pagine la Bibbia evoca lo spirito di Dio come un soffio che “aleggiava sulle acque” (Gn 1,2) e precisa che Dio soffiò nelle narici dell’uomo un alito di vita (Gn 2,7), infondendogli così la vita stessa. Dopo il peccato originale, lo spirito vivificante di Dio si manifesterà diverse volte nella storia degli uomini, suscitando profeti per incitare il popolo a tornare a Dio ed osservare fedelmente i comandamenti. Nella celebre visione di Ezechiele, Dio fa rivivere con il suo spirito il popolo di Israele, raffigurato da “ossa inaridite” (37,1-14). Gioele profetizza un’“effusione dello spirito” su tutto il popolo, nessuno escluso: “Dopo questo - scrive l’Autore sacro -, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo… Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spirito” (3,1-2). Nella “pienezza del tempo” (Gal 4,4), l’angelo del Signore annuncia alla Vergine di Nazaret che lo Spirito Santo, “potenza dell’Altissimo”, scenderà e stenderà su di lei la sua ombra. Colui che ella partorirà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio (Lc 1,35). Secondo l’espressione del profeta Isaia, il Messia sarà colui sul quale si poserà lo Spirito del Signore (11,1-2; 42,1). Proprio questa profezia Gesù riprese all’inizio del suo ministero pubblico nella sinagoga di Nazaret: “Lo Spirito del Signore - Egli disse con stupore dei presenti - è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore” (Lc 4,18-19); Is 61,1-2). Rivolgendosi ai presenti, riferirà a se stesso queste parole profetiche affermando: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi” (Lc 4,21). Ed ancora, prima della sua morte in croce, annuncerà più volte ai discepoli la venuta dello Spirito Santo, il “Consolatore”, la cui missione sarà quella di rendergli testimonianza e di assistere i credenti, insegnando loro e guidandoli alla Verità tutta intera (Gv 14, 16-17.25-26; 15,26; 16,13).

La prima Pentecoste, inizio della missione della Chiesa
La sera del giorno della sua risurrezione Gesù, apparendo ai discepoli, “alitò su di loro e disse:’Ricevete lo Spirito Santo’“ (Gv 20,22). Con ancor più forza lo Spirito Santo scese sugli Apostoli il giorno della Pentecoste: “Venne all’improvviso dal cielo un rombo - si legge negli Atti degli Apostoli - come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano su ciascuno di loro” (2,2-3). Lo Spirito Santo rinnovò interiormente gli Apostoli, rivestendoli di una forza che li rese audaci nell’annunciare senza paura: “Cristo è morto e risuscitato!”. Liberi da ogni timore essi iniziarono a parlare con franchezza (At 2,29). Da pescatori intimoriti erano diventati araldi coraggiosi del Vangelo. Persino i loro nemici non riuscivano a capire come mai uomini “senza istruzione e popolani” (At 4,13) fossero in grado di mostrare un simile coraggio e sopportare le contrarietà, le sofferenze e le persecuzioni con gioia. Niente poteva fermarli. A coloro che cercavano di ridurli al silenzio rispondevano: “Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (At 4,20). Così nacque la Chiesa, che dal giorno della (prima) Pentecoste non ha cessato di irradiare la Buona Novella “fino agli estremi confini della terra” (At 1,8).

Lo Spirito Santo, anima della Chiesa e principio di comunione
Ma per comprendere la missione della Chiesa dobbiamo tornare nel Cenacolo dove i discepoli restarono insieme (Lc 24,49), pregando con Maria, la “Madre”, in attesa dello Spirito promesso. A quest’icona della Chiesa nascente ogni comunità cristiana deve costantemente ispirarsi. La fecondità apostolica e missionaria non è principalmente il risultato di programmi e metodi pastorali sapientemente elaborati ed “efficienti”, ma è il frutto dell’incessante preghiera comunitaria (Evangelii nuntiandi, 75). L’efficacia della missione presuppone, inoltre, che le comunità siano unite, abbiano cioè, “un cuore solo e un’anima sola” (At 4,32) e siano disposte a testimoniare l’amore e la gioia che lo Spirito Santo infonde nei cuori dei fedeli (At 2,42). Il servo di Dio Giovanni Paolo II ebbe a scrivere che prima di essere azione, la missione della Chiesa è testimonianza e irradiazione (Redemptoris missino,26). Così è avveniva all’inizio del cristianesimo, quando i pagani, scrive Tertulliano, si convertivano vedendo l’amore che regnava tra i cristiani: “Vedi - dicono - come si amano tra loro” (Apologetico, 39§ 7). La forte unità che si è realizzata nella Chiesa dei primi secoli tra una fede amica dell’intelligenza e una prassi di vita caratterizzata dall’amore reciproco e dall’attenzione premurosa ai poveri e ai sofferenti ha reso possibile la prima grande espansione missionaria del cristianesimo nel mondo ellenistico - romano. Così per opera dello Spirito di Gesù è avvenuto anche in seguito, in diversi contesti culturali e situazioni storiche e può avvenire in Australia, in Oceania, segnate, come tutto l’Occidente, dalla secolarizzazione nonostante le radici cristiane: lo Spirito guidi a vivere questa unità, tra verità e amore, i giovani nelle condizioni del nostro tempo, per una nuova evangelizzazione.
Concludendo il rapido sguardo alla Parola di Dio nella Bibbia facendo cogliere chi è lo Spirito Santo narrando la sua azione invita a notare come lo Spirito santo sia il dono più alto di Dio all’uomo, quindi la testimonianza suprema del suo amore per noi, un amore che si esprime concretamente come “sì alla vita” che Dio vuole per ogni creatura. Questo “sì alla vita” ha la sua forma piena in Gesù di Nazaret e nella sua vittoria sul male mediante la redenzione. E il Papa invita a non dimenticare mai che l’evangelo di Gesù, proprio in forza dello Spirito, non si riduce ad una pura constatazione, ma vuole diventare “bella notizia per i poveri, liberazione per i prigionieri, vista ai ciechi…”. E’ quanto si manifestò il giorno della prima Pentecoste, diventando grazia e compito della Chiesa verso il mondo, la sua missione prioritaria. Noi siamo i frutti di questa missione della Chiesa per opera dello Spirito Santo. Noi portiamo dentro di noi quel sigillo dell’amore del Padre in Gesù Cristo che è lo Spirito Santo. Occorre non dimenticarlo mai, perché lo Spirito del Signore si ricorda sempre di ciascuno e vuole, soprattutto mediante i giovani, suscitare nel mondo il vento e il fuoco di una nuova Pentecoste.

Lasciarsi guidare dallo Spirito santo come “Maestro interiore”
Anche oggi lo Spirito Santo continua ad agire con potenza nella Chiesa e i suoi frutti sono abbondanti nella misura in cui siamo disposti ad aprirci alla sua forza rinnovatrice. Per questo è necessario che ognuno Lo conosca, entri in rapporto personale con Lui e da Lui si lasci guidare chiedendolo nella preghiera. Il Papa si rende conto della poca conoscenza dello Spirito Santo e invita tutti a porsi una domanda: chi è per me lo Spirito Santo? Non sono infatti pochi i cristiani per i quali Egli continua ad essere il “grande sconosciuto” e quindi non vuole agire a nostra insaputa e senza la nostra volontà, dotati costitutivamente di libero arbitrio per la nostra crescita e destinazione a figli nel Figlio del Padre per opera dello Spirito Santo. Ecco perché il Papa, in preparazione alla prossima Giornata mondiale della gioventù, invita ad approfondire la conoscenza personale dello Spirito Santo. Nella professione di fede proclamiamo: “Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita e procede dal Padre e dal Figlio”. Sì, lo Spirito Santo, Spirito d’amore del Padre e del Figlio, è Sorgente di vita che ci santifica, “perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5). Tuttavia non basta conoscerlo; occorre accoglierlo come guida delle nostre anime, come il “Maestro interiore” che ci introduce nel Mistero trinitario, perché Egli solo può aprirci alla fede nell’incontro con la Persona viva di Gesù crocefisso e risorto e permetterci di viverla ogni giorno in pienezza lasciandoci assimilare a Lui, amare con il Suo amore dato in dono. Egli ci spinge verso gli altri, accende in noi il fuoco dell’amore, ci rende missionari della carità di Dio. Il Papa constata quanto i giovani portano nel cuore grande stima e amore verso Gesù, come è grande il desiderio di incontrarlo e di parlare con Lui cioè di pregare. Occorre ricordare che proprio la presenza della Persona dello Spirito in noi attesta, costituisce e costruisce la nostra persona sulla Persona stessa di Gesù crocifisso e risorto. Occorre diventare ogni giorno familiari dello Spirito Santo, per esserlo di Gesù.

Possiamo lasciarci rinnovare nello Spirito Santo e crescere nella vita spirituale per mezzo dei sacramenti, innanzitutto quelli dell’iniziazione cristiana cioè Battesimo, Cresima ed Eucaristia e la Penitenza
Chiesa e sacramento si reggono e crollano insieme: la chiesa senza sacramenti sarebbe una vuota organizzazione “senz’anima” cioè senza lo Spirito e i sacramenti senza concreti vissuti fraterni di comunione ecclesiale autorevolmente guidata sarebbero riti privi di senso e di esperienza. La fede nell’incontro con la Persona di Cristo crocifisso e risorto nasce e si irrobustisce grazie ai sacramenti, innanzitutto a quelli dell’iniziazione cristiana: il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia, che sono complementari e inscindibili (CCC, 1285). Questa verità sui tre Sacramenti che sono all’inizio del nostro essere cristiani è forse trascurata nella vita di fede da non pochi cristiani, per i quali essi sono gesti compiuti nel passato senza incidenza reale sull’oggi, come radici senza linfa vitale. Avviene che, ricevuta la Confermazione, diversi giovani si allontanano dalla vita di fede. E ci sono anche giovani che nemmeno ricevono questo sacramento. Eppure è con i sacramenti del Battesimo, della Confermazione e poi, in modo continuativo, dell’Eucaristia che lo Spirito Santo ci rende figli del Padre, fratelli di Gesù, membri della sua Chiesa, capaci di vera testimonianza al Vangelo, fruitori della gioia della fede. E qui il Papa insiste a riflettere su quanto scrive ai giovani. Oggi è particolarmente importante riscoprire il sacramento della Confermazione e ritrovare il valore della nostra crescita spirituale. Chi ha ricevuto i sacramenti del Battesimo e della Confermazione non può dimenticare, senza divenire infelice, che è diventato “tempio dello Spirito”: Dio abita in lui. Coscienti di questo il tesoro che c’è non può non portare frutti di santità cioè di amore e quindi di felicità. E allora chi è battezzato, ma non ha ancora ricevuto il sacramento della Confermazione, senta il bisogno di prepararsi a riceverlo sapendo che diventerà un cristiano “compiuto” e quindi un uomo adulto, poiché la Confermazione perfeziona la grazia battesimale (CCC, 1302-1304) La Confermazione ci dona una forza speciale per testimoniare e glorificare Dio con tutta la nostra vita (Rm 12,1); ci rende intimamente consapevoli della nostra appartenenza alla Chiesa, “Corpo di Cristo”, del quale tutti siamo membra vive, solidali le une e con le altre (1 Cor 12,12-25) in concreti vissuti fraterni di comunione ecclesiale. Lasciandosi guidare dallo Spirito, ogni battezzato esperimenta la gioia di poter apportare il proprio contributo all’edificazione di vissuti fraterni di comunione ecclesiale autorevolmente guidata grazie ai carismi che Egli dona, poiché “a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune” (1 Cor 12,7). E quando lo Spirito agisce reca nell’anima i suoi frutti reali, constatabili, che sono “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22). E allora il Papa invita quanti non hanno ancora ricevuto il sacramento della Confermazione a prepararsi e ad accoglierlo, chiedendo l’aiuto dei loro sacerdoti. E accoratamente di fronte a questa speciale occasione di grazia che il Signore offre: non lasciatevela sfuggire!
E poi aggiunge una parola anche sull’Eucaristia. Per crescere nella vita cristiana, è necessario nutrirsi del corpo e del Sangue di Cristo: infatti,siamo battezzati e confermati in vista dell’Eucaristia (CCC, 1322; Sacramentum caritatis, 17). “Fonte e culmine” della vita ecclesiale l’Eucaristia è una “Pentecoste perpetua”, poiché ogni volta che celebriamo la Santa Messa riceviamo lo Spirito Santo che ci unisce più profondamente a Cristo e in Lui ci trasforma. E qui il Papa, rivelando la sua spiritualità tipicamente cattolica afferma: “Se cari giovani, parteciperete frequentemente alla Celebrazione eucaristica, se consacrerete un po’ del vostro tempo all’adorazione del Santissimo Sacramento, Sorgente dell’amore, che è l’Eucaristia, vi verrà quella gioiosa determinazione di dedicare la vita alla sequela del Vangelo. Sperimenterete al tempo stesso che là dove non arrivano le nostre forze, è lo Spirito Santo a trasformarci, a colmarci della sua forza e a renderci testimoni pieni dell’amore missionario del Cristo risorto”.

Cosa fare perché “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé” inondino questo mondo ferito e fragile, il mondo dei giovani soprattutto?
Il Papa si rende conto che molti giovani guardano alla loro vita con apprensione e si pongono tanti interrogativi circa il loro futuro: come inserirsi in un mondo segnato da numerose e gravi ingiustizie e sofferenze? Come reagire all’egoismo e alla violenza che talora sembrano prevalere? Come dare senso pieno alla vita? Come contribuire perché i doni dello Spirito che ogni cuore, soprattutto dei giovani desidera, facciano breccia? A quali condizioni lo Spirito vivificante della prima creazione e soprattutto della seconda creazione o redenzione può diventare l’anima nuova dell’umanità? Come aiutare a non soccombere alle tentazioni del Maligno che spinge gli uomini a farsi guerra gli uni gli altri, aprendo spazi di “inferno”, anziché vivere in pace con Dio e tra di loro per cui la Terra assomiglierebbe veramente a un “paradiso”? Occorre non dimenticare che quanto più grande il dono di Dio - e quello dello Spirito di Gesù è il massimo - altrettanto grande e appassionante è la missione della Chiesa di darne testimonianza credibile. E il Papa sottolinea che con la Giornata mondiale della gioventù, in certo modo si attesta la volontà di partecipare a tale missione e quindi ricorda alcune verità di riferimento su cui meditare.
- 1. Solo Cristo può colmare le aspirazioni più intime del cuore dell’uomo; solo Lui è capace di umanizzare l’umanità e condurla alla “divinizzazione”. Con la potenza del suo Spirito Egli infonde in noi la carità divina, che ci rende capaci di amare il prossimo e pronti a metterci al suo servizio. Lo Spirito Santo illumina, rivelando Cristo crocifisso e risorto, ci indica la via per diventare più simili a Lui, per essere cioè “espressione e strumento dell’amore che da Lui promana” (Deus caritas est, 33).
- 2. Chi si lascia guidare dallo Spirito comprende che mettersi al servizio del Vangelo non è una opzione facoltativa in rapporto alla propria felicità, perché trasmettere anche agli altri questa Buona Novella, rafforza la propria fede, speranza, carità. Tuttavia, occorre ricordarlo ancora, possiamo essere testimoni di Cristo solo se personalmente e comunitariamente ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo, che è “l’agente principale dell’evangelizzazione” (Evangelii nuntiandi, 75) e “il protagonista della missione” (Redemptoris missio, 21). Annunciare il Vangelo e testimoniare la fede è oggi più che mai necessario.
- 3. Qualcuno pensa che presentare il tesoro prezioso della fede alle persone che non la condividono significhi essere intolleranti verso di loro, ma non è così, perché proporre Cristo non significa imporlo (Evangelii nuntiandi, 80). Del resto, duemila anni or sono dodici Apostoli hanno dato la vita affinché Cristo fosse conosciuto e amato. Da allora il Vangelo continua nei secoli a diffondersi grazie a uomini e donne animati dallo stesso zelo missionario.
- 4. Anche oggi occorrono discepoli di Cristo che non risparmino tempo ed energie per servire il Vangelo. Occorrono giovani che lascino ardere dentro di sé l’amore di Dio e rispondano generosamente al suo appello pressante, come hanno fatto tanti giovani beati e santi del passato e anche di tempi vicini a noi.
- 5. In particolare, vi assicuro che lo Spirito di Gesù oggi invita voi giovani ad essere portatori della bella notizia di Gesù ai vostri coetanei. L’indubbia fatica degli adulti di incontrare in maniera comprensibile e convincente l’area giovanile può essere un segno con cui lo Spirito intende spingere voi giovani a farvi carico di questo. Voi conoscete idealità i linguaggi, ed anche le ferite, le attese, ed insieme la voglia di bene dei vostri coetanei. Si apre il vasto mondo degli affetti, del lavoro, della formazione, dell’attesa, della sofferenza giovanile…Ognuno di voi abbia il coraggio di promettere allo Spirito Santo di portare un giovane a Gesù Cristo, nel modo che ritiene migliore, sapendo “rendere conto della speranza che è in lui, con dolcezza” (1 Pt 3,15)
- 6. Per raggiungere questo scopo siate santi, siate missionari, poiché non si può mai separare la santità dalla missione (Redmptoris misiso, 90). Non abbiate paura di diventare santi missionari come san Francesco Saverio, che ha percorso l’Estremo Oriente annunciando la Buona Novella fino allo stremo delle forze, o come santa Teresa del Bambino Gesù, che fu missionaria pur non avendo lasciato il Carmelo: sia l’uno che l’altra sono “Patroni delle Missioni”.
- 7. Siate pronti a porre in gioco la vostra vita per illuminare il mondo con al verità di Cristo; per rispondere con amore all’odio e al disprezzo della vita; per proclamare la speranza di Cristo risorto in ogni angolo della,terra.

Invocare una “nuova Pentecoste” sul mondo
E così il Papa conclude il suo messaggio: “Cari giovani, vi attendo numerosi nel luglio 2008 a Sydney. Sarà un’occasione provvidenziale per sperimentare appieno la potenza dello Spirito Santo. Venite numerosi, per essere segno di speranza e sostegno prezioso per le comunità della Chiesa in Australia, che si preparano ad accogliervi. Per i giovani del Paese che ci ospiterà sarà un’opportunità eccezionale di annunciare la bellezza e la gioia del Vangelo ad una società per molti versi secolarizzata. L’Australia, come tutta l’Oceania, ha bisogno di riscoprire le sue radici cristiane. Nell’esortazione post-sinodale Eclesia in Oceania Giovanni Paolo II scriveva: “Con la potenza dello Spirito Santo, la Chiesa in Oceania si sta preparando per una nuova evangelizzazione di popoli che oggi sono affamati di Cristo… La nuova evangelizzazione è una priorità per la Chiesa in Oceania” (n. 18). Vi invito a dedicare tempo alla preghiera e alla vostra formazione spirituale in quest’ultimo tratto di cammino che ci conduce alla XXIII Giornata mondiale della gioventù, affinché a Sydney possiate rinnovare le promesse del vostro Battesimo e della vostra Confermazione. Insieme invocheremo lo Spirito Santo, chiedendo con fiducia a Dio il dono di una rinnovata Pentecoste per la Chiesa e per l’umanità del terzo millennio. Maria, unita in preghiera agli Apostoli nel Cenacolo, vi accompagni durante questi mesi e ottenga per tutti i giovani cristiani una nuova effusione dello Spirito Santo che ne infiammi i cuori. Ricordate: la Chiesa ha fiducia in voi! Noi Pastori, in particolare, preghiamo perché amiate e facciate amare sempre più Gesù e Lo seguiate fedelmente. Con questi sentimenti vi benedico tutti con grande affetto”. Da Lorenzago, 20 luglio 2007.

Vai a "L'insegnamento del Papa oggi"