Gesù Cristo e la Trinità nel Catechismo
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«La formulazione in dodici articoli del Simbolo romano, che corrispondono ai dodici apostoli, è certo antica, ma è subordinata all’originaria struttura ternaria che segue la formula trinitaria del battesimo: Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il Simbolo battesimale nella sua essenza è una confessione del Dio vivente, dell’unico Dio in tre Persone. Questa è l’articolazione sovraordinaria, che allo stesso tempo rivela l’essenza elementare della fede, che è sempre e dappertutto la stessa: noi crediamo nel Dio vivente, che come Padre, Figlio e Spirito Santo è un unico Dio. Egli si è donato a noi nell’incarnazione del Figlio e ci rimane vicino con l’invio dello Spirito Santo. L’essere cristiani significa credere in questo Dio vivente della Rivelazione. Tutto il resto è sviluppo di questo nucleo. Così il catechismo, già a partire dalla sua struttura, mostra la gerarchia delle verità, della quale ha parlato il Concilio Vaticano II» [Il Catechismo della Chiesa cattolica e l’ottimismo dei redenti di Joseph Ratzinger; Concetti dominanti e temi principali di Christoph Schonborn in Breve introduzione al Catechismo della chiesa cattolica, Città Nuova 2005].
La predicazione e l’annunzio trovano, con il Catechismo e il suo Compendio, un aiuto nel cogliere e trasmettere la certezza, la chiarezza e la bellezza della Verità cui siamo destinati cioè della fede completa della Chiesa, nell’incertezza di questo periodo storico e di questa società secolarizzata e per superare l’attuale drammatica frattura fra “Chiesa dottrinale” e “Chiesa pastorale”; la teologia, che per via di un’eccessiva specializzazione e dell’inaridimento razionalista solo storico - critico dell’accesso alla Scrittura si fa sterile e grigia, coglie la meravigliosa unità del mistero di Dio nella Sua Parola e ciò che rende luminosa la vita dell’uomo anche oggi; per tutti i credenti, come ricorda la Costituzione apostolica Fidei depositum al n. 4, è “una norma sicura per l’insegnamento della fede”, che deve aiutarli, già testimoni entusiasti ed entusiasmanti per l’incontro con la Persona di Gesù Cristo, crocefisso e risorto, all’inizio del loro essere cristiani, a viverla più consapevolmente e profondamente e, a trasmetterla con più convinzione. Solo una fede completa della Chiesa, totalmente accolta e pienamente pensata, può continuamente divenire cultura anche nell’attuale dittatura mondiale del secolarismo, come è avvenuto fin dagli inizi nel mondo ellenico - romano e in altre situazioni di egemonia anticristiana.
Il mistero della Verità e della Vita del Dio vivente, Padre, Figlio e Spirito Santo da cui tutto e tutti veniamo e verso cui ognuno è destinato
“Il mistero della Santissima Trinità è il mistero centrale della fede e della vita cristiana. E’ il mistero di Dio in se stesso. E’ quindi la sorgente di tutti gli altri misteri della fede; è la luce che li illumina. E’ l’insegnamento più fondamentale ed essenziale nella “gerarchia delle verità” di fede” (Direttorio Generale per la Catechesi, 43). “Tutta la storia della salvezza è la storia del rivelarsi del Dio vero ed unico: Padre, Figlio e Spirito Santo, il quale riconcilia e unisce a sé coloro che sono separati dal peccato” (DGC 47; CCC 234).
Il Catechismo e il suo Compendio è costantemente strutturato in modo trinitario e la dimensione trinitaria è al centro della fede cristiana in Dio e nell’uomo: “Dio, infinitamente perfetto e beato in se stesso, per un disegno di pura bontà, ha liberamente creato l’uomo per renderlo partecipe della sua vita beata. Per questo, in ogni tempo e in ogni luogo, egli è vicino all’uomo. Lo chiama e lo aiuta a cercarlo, a conoscerlo, e ad amarlo con tutte le forze. Convoca tutti gli uomini, che il peccato ha disperso, nell’unità della sua famiglia, la Chiesa. Lo fa per mezzo del Figlio suo, che nella pienezza dei tempi ha mandato come Redentore e Salvatore. In lui e mediante lui, Dio chiama gli uomini a diventare, nello Spirito Santo, suoi figli adottivi e perciò eredi della sua vita beata” (CCC 1).
Tutto ciò che viene detto a proposito della fede e della vita del cristiano è orientato in rapporto a questo nucleo centrale: “Il fine ultimo dell’intera Economia divina (cioè della globalità dell’azione di Dio nella storia della salvezza) è che tutte le creature entrino nell’unità perfetta della Beata Trinità. Ma fin d’ora siamo chiamati ad essere abitati dalla Santissima Trinità” (CCC 260).
Il cardinale Christoph Schonborn, allora vescovo ausiliare di Vienna e scelto come segretario di redazione per collegare tra loro i modi di pensare e le forme stilistiche diverse del gruppo di vescovi redattori del Catechismo, così richiama alcuni punti in cui ciò è particolarmente evidente il nucleo centrale della Trinità:
- “La dimensione missionaria, presente nel Catechismo dalla prima all’ultima pagina, viene fondata sulla divina missione del Figlio e dello Spirito Santo: queste prolungano ulteriormente la loro azione nella missione della Chiesa, costituiscono la sorgente divina di tutta l’attività missionaria e catechetica.
- La creazione è opera comune della Santissima Trinità (290 - 292); lo stesso dicasi per l’opera della redenzione e della santificazione. Anche la risurrezione del Signore è opera della Trinità tutta (CCC 648-650).
- Il passo della Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II sulla Chiesa, secondo il quale la Chiesa è “un popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (LG 4) viene espressamente ripreso (CCC 810).
- La liturgia (l’incontro liturgico con la Persona di Gesù Cristo crocefisso e risorto, fonte e culmine di tutta l’attività della Chiesa e che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva) viene considerata innanzitutto opera della Trinità (CCC 1077-1112), soprattutto l’Eucaristia (CCC 1358-1381). Trinitaria viene considerata anche la preghiera: si rivolge al Padre, a Gesù Cristo e allo Spirito Santo”.
Non sono pochi quelli che lamentavano che la teologia, la pastorale e la pietà cattolica fossero spesso dimentichi della dimensione trinitaria. Il Catechismo e il suo Compendio può contribuire a far sì che l’insegnamento e la predicazione tornino a focalizzarsi su questo fulcro della “gerarchia delle verità”, come suggerisce il Concilio.
Il mistero della via umana alla Verità e alla Vita della Persona di Gesù Cristo
Il secondo punto cruciale della gerarchia delle verità è il mistero della Persona di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, crocefisso e risorto, il cui incontro, come a fondamento di ogni testimonianza di credenti, è all’origine dell’esser cristiani. “Non vi è… altro nome dato agli uomini sotto il cielo, nel quale è stabilito che possiamo essere salvati (At 4,12) che il Nome di Gesù”, sta scritto nel motto premesso alla Prefazione del catechismo.
In Gesù Cristo, crocefisso e risorto, c’è la chiave del tutto e, partendo da Lui, si apprende a capire la Bibbia come unità della Parola di Dio testimoniata nell’Antico e nel Nuovo Testamento, intimamente collegati tra loro. Con questa scelta di fede conseguente all’incontro, con questo accento cristocentrico il Catechismo e il suo Compendio non è in dissidio con la prospettiva trinitaria e antropocentrica: il Padre viene rivelato dall’Incarnazione del Figlio eterno, dal suo volto umano partecipe della comunione con il Padre, dalla sua morte e soprattutto dalla “mutazione” mai accaduta e il “salto” decisivo verso una dimensione di vita profondamente nuova della Risurrezione, con il dono di ciò che di più intimo, di più proprio c’è nel Risorto, il suo stesso Spirito che ci fa figli nel Figlio. Ed è Lui, lo Spirito, che realizza la presenza e l’azione del Risorto nei sacramenti, nell’Eucaristia in particolare e quindi l’incontro di ogni essere umano concreto col Verbo incarnato, crocifisso e risorto, facendolo penetrare nel nostro mondo anche nell’attuale dramma della secolarizzazione, trasformandolo e attirando tutti e tutto al Padre.
E proprio per essere trinitaria, cosmocentrica e antropocentrica rivelando ad ogni uomo il progetto del Padre dall’eternità e la destinazione a figlio nel Figlio per opera dello Spirito Santo in cieli nuovi e terra nuova, deve essere cristocentrica. Nell’introduzione della sezione cristologica (CCC 426 - 429) viene di conseguenza evidenziato che Cristo è “al centro della catechesi”, come richiede la Catechesi tradendae citata in questo contesto (CCC 426). “Al centro della catechesi noi troviamo essenzialmente una persona: quella di Gesù di Nazaret, unigenito del Padre…, il quale ha sofferto ed è morto per noi e ora, risorto, vive per sempre con noi…Catechizzare… è, dunque, svelare nella persona di Cristo l’intero disegno di Dio… E’ cercare di comprendere il significato dei gesti e delle parole di Cristo, e dei segni da lui operati” (CT 5). “Lo scopo della catechesi” è “mettere… (gli uomini)… in comunione… con Gesù Cristo: egli solo può condurre all’amore del Padre nello Spirito e può farci partecipare alla vita della Santa Trinità”.
Anche in paragrafi successivi della Catechesi tradendae (CCC 427), viene messo chiaramente in evidenza il principio della gerarchia delle verità: “Nella catechesi è Cristo, Verbo incarnato e Figlio di Dio, che viene insegnato, e tutto il resto è in riferimento a lui;… solo Cristo insegna, mentre ogni altro lo fa nella misura in cui è il suo portavoce, consentendo a Cristo di insegnare per bocca sua…Ogni catechista dovrebbe poter applicare a se stesso la misteriosa parola di Gesù: “La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato” (Gv 7,16)” (CT 6).
Gesù Cristo crocefisso e risorto, l’esplosione di luce e di amore che scioglie le catene del peccato e della morte e che rifulge su ciascuno di noi, su tutta la famiglia umana, sulla storia con la tensione e la responsabilità di plasmare in meglio il mondo e l’universo, illumina tutta l’esposizione catechistica della fede e illumina il nostro lasciarci liberamente assimilare a Lui o morale cristiana. Diventiamo così “uno in Cristo” e quindi nel Dio vivente, Padre, Figlio e Spirito Santo, sotto la preminente e decisiva azione guida dello Spirito Santo o grazia, la “novità” cristiana chiamata a trasformare continuamente il mondo. Per questo il Prologo alla Parte terza, la parte morale e sociale del Catechismo e Compendio, si chiude con le seguenti parole: “Il riferimento primo ed ultimo di tale catechesi sarà sempre Gesù Cristo stesso, che è “la via (umana del Risorto), alla Verità e alla Vita (del Dio vivente, Padre, Figlio e Spirito Santo)” (Gv 14,6). Guardando a Lui nella fede, i cristiani possono sperare che egli stesso realizzi in loro le sue promesse, e che, amandolo con l’amore con cui egli li ha amati, compiano le opere che si addicono alla loro dignità” (CCC 1698).