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Azione cattolica

Autore:
Oliosi, Don Gino
Fonte:
CulturaCattolica.it
Fedeli laici chiamati per vocazione a collaborare con ciò che è specifico dei pastori

Benedetto XVI, nel Discorso all’Azione cattolica italiana, del 4 maggio 2008, invitava l’Associazione «a mantenersi fedele alle proprie radici di fede, nutrite da un’adesione piena alla Parola di Dio, da un amore incondizionato alla Chiesa, da una partecipazione vigile alla vita civile e da un costante impegno formativo». E sempre in questo discorso ha riassunto ciò che i vescovi si attendono dall’Azione Cattolica: «In una Chiesa missionaria, posta dinnanzi a un’emergenza educativa come quella che si riscontra oggi in Italia, voi che la amate e la servite sappiate essere annunciatori instancabili ed educatori preparati e generosi; in una Chiesa chiamata a prove anche molto esigenti di fedeltà e tentata di adattamento, siate testimoni coraggiosi e profeti di radicalità evangelica; in una Chiesa che quotidianamente si confronta con la mentalità relativistica, edonistica e consumistica, sappiate allargare gli spazi della razionalità nel segno di una fede amica dell’intelligenza, sia nell’ambito di una cultura popolare e diffusa, sia in quello di una ricerca più elaborata e riflessa; in una Chiesa che chiama all’eroismo della santità, rispondete senza timore, sempre confidando nella misericordia di Dio».

E’ con gioia che tutti, anche quelli che attingono e appartengono a movimenti carismatici e quindi finalizzati a riportare quell’apporto particolare, quella modalità persuasiva con cui il Mistero esistenzialmente si documenta nella stessa casa dell’Istituzione ecclesiale e nelle sue associazioni, accogliamo la lettera che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha inviato al presidente dell’Ac, Franco Miano.
A centoquarant’anni dall’approvazione della Società della Gioventù Cattolica da parte di Pio IX secondo i vescovi urge oggi riflettere sul suo specifico e sull’attualità di quella intuizione che spinse, in tempi diversi e non certo facili, un piccolo gruppo di giovani a percepire la vocazione a mettersi incondizionatamente, da fedeli laici, a servizio della Chiesa e della sua missione pastorale globale. Paolo VI nel 1969 precisava che questa vocazione laicale non è una realtà storico contingente ma si rifà a quelle donne e a quegli uomini che dalla Galilea si sono sentiti chiamati a collaborare, ad accompagnare fraternamente con amicizia Gesù e gli apostoli: quindi una vocazione che va continuamente proposta nelle diocesi e nelle parrocchie. Lo specifico della vocazione all’Azione Cattolica non è storico - contingente come è il prezioso apporto che lo Spirito può destare per vitalizzare l’Istituzione pastorale e la sua Associazione attraverso qualcosa che è “mosso” direttamente dallo Spirito, come sono i carismi e quindi quelle aggregazioni che socialmente si chiamano movimenti. Però, il cardinale Angelo Bagnasco, osserva che l’Associazione, pur mutando le sue forme organizzative, non può che rimanere “sempre fedele a quell’ispirazione, che costituisce il senso stesso del suo esistere. E’ una storia di cui rallegrarsi che va trasmessa secondo quella “ermeneutica della continuità” con cui guardare anche ai documenti del Concilio Vaticano II e all’intero cammino della Chiesa, come più volte il Santo Padre ci ha invitato a fare”.
Sempre nella Chiesa, per la promessa divina, ci saranno come coessenziali doni gerarchici e doni carismatici dello Spirito del risorto: i primi garantiscono la presenza pastorale di Cristo e i secondi l’autorealizzarsi. I doni gerarchici, sempre doni dello Spirito, garantiscono alla Chiesa di essere come istituzione perenne da Lui voluta una casa cioè una Diocesi a livello particolare, una parrocchia a livello locale cioè una famiglia che si raccoglie come struttura visibile e come organicità di dimora di Dio con noi e di noi con Dio. I doni carismatici sono sorgente di vita nella casa di Dio, di vitalità negli ambienti, di movimento visibile nella società.
L’istituzione divina, perenne, ha come sua struttura fondante il sacramento, la Parola di Dio e il Magistero, che è di tutti i Vescovi in quanto uniti al Papa e a questa globalità pastorale, a questa incondizionata collaborazione da fedeli laici punta lo specifico della vocazione all’Azione Cattolica, una storia che va trasmessa secondo l’ermeneutica della continuità. “Del resto - sempre la Lettera - è lo stesso Convegno ecclesiale nazionale di Verona a chiedervi di incidere con forza nella vita quotidiana delle nostre comunità: un’associazione di laici quale l’Azione cattolica ha fatto e può fare molto per quella “pastorale più vicina alla vita delle persone, meno affannata e complessa, meno dispersa e più incisivamente unitaria”, di cui parla la Nota dell’Episcopato italiano che raccoglie i frutti del Convegno ecclesiale del 2006 (Conferenza episcopale italiana, “Rigenerati per una speranza viva” (1 Pt 1,3). Testimoni del grande “sì” di Dio all’uomo, n.21). La nostra Chiesa, infatti, da sempre è vicina alla gente e concretamente innestata nel territorio, tanto da costituire un punto di riferimento anche per i non credenti. L’Azione cattolica - pur operando positivamente anche nella pastorale d’ambiente - ha costantemente colto nella diocesi e nella parrocchia il proprio e primario ambito di servizio, di testimonianza, di impegno educativo, collaborando strettamente con i rispettivi pastori. Resti questo il tratto caratterizzante l’Associazione a tutti i livelli… L’Azione cattolica, che ha nel sentire cum Ecclesia una delle note distintive, sia in prima fila nel diffondere un’autentica ecclesialità, nel rispetto della distinzione di ruoli e di compiti”. E’ questo il perché la Chiesa in Italia è una realtà molto viva, che conserva una presenza capillare in mezzo alla gente di ogni età e condizione. Le tradizioni cristiane sono spesso ancora radicate e continuano, diversamente da altre nazioni europee, a produrre frutti.
I movimenti, pur operando positivamente anche nella pastorale della diocesi e della parrocchia, hanno come primario ambito di servizio la pastorale d’ambiente, la scuola, il lavoro, lo svilupparsi di un corpo ecclesiale organico con una sua forza persuasiva e con una sua energia sempre più aggregativa dovunque e che ha la sua radice nel dinamismo della grazia sacramentale. La forma espressiva dei movimenti, la loro modalità operativa, la loro concreta incidenza storica è originata da carismi che accadono tra i fedeli e sono fatti propri da altri che li riconoscono e li seguono di fronte all’insufficienza di una razionalità chiusa in se stessa e di un’etica troppo individualistica, con il rischio di staccarsi dalle radici cristiane della nostra civiltà. Ogni vero carisma nella Chiesa è fondamento di vera partecipazione, di comunione, di gesti caritativi, di compagnia fraterna in una amicizia analoga alla collegialità degli apostoli con Pietro, alla presbiterialità fraterna dei sacerdoti con il vescovo, dei religiosi con il loro superiore, della famiglia con il papà e la mamma, di cittadini con il vissuto culturale socio- politico. Lo Spirito che dà un carisma ad una persona quando vuole e a chi vuole, è lo Spirito del risorto e lo dà sempre per incrementare il corpo di Cristo non solo in parrocchia e in diocesi ma nell’ambiente e nella società. La Lumen gentium (n. 12) chiede ai Pastori di vegliare per individuare sempre nuovi carismi, di vagliarli e soprattutto di non soffocarli: sarebbe un peccato grave contro lo Spirito. E nella Lettera del Presidente quello che il Concilio chiede ai Pastori viene chiesto all’Azione cattolica che ha una finalità pastorale e quindi, uniti ai Pastori, la finalità globale di accogliere, di dare spazio ai carismi particolari, ai movimenti: “non trascurate di offrire un qualificato contributo in tutti quei luoghi e realtà in cui su esprime la comunione e la collaborazione tra le diverse associazioni e i movimenti ecclesiali, a livello nazionale e diocesano: mi riferisco in particolare alla Consulta delle aggregazioni laicali e ad altre consulte o coordinamenti per ambiti o finalità specifiche, fra cui “Retinopera”, “Scienza&Vita e il Forum delle associazioni familiari”.

Due ambiti di collaborazione urgente Pastori - Azione cattolica e movimenti, nuove comunità: annuncio del Vangelo - progetto culturale ed emergenza educativa
“Seguendo la sua esemplare chiarezza, unita alla passione per la verità, alla serenità e al profondo rispetto per gli argomenti altrui, possa l’Azione cattolica dare senza esitazioni pubblica e motivata testimonianza della fede cristiana di fronte alle questioni che attraversano oggi i diversi ambiti dell’esistenza cristiana. In ciascuno di essi, si presentano sfide inedite e decisive, riguardanti la concezione della persona, l’esistenza e il fondamento di valori universali e invalicabili, la difesa della vita dal concepimento al suo naturale tramonto, la libertà educativa, l’importanza ineguagliabile della famiglia basata sul matrimonio, fondamento della società umana. Come affermava Paolo VI, “l’Azione cattolica deve riscoprire la passione per l’annuncio del Vangelo, unica salvezza di un mondo altrimenti disperato. Certo, l’Azione cattolica ama il mondo, ma di un amore che trae ispirazione dall’esempio di Cristo. Il suo modo di servire il mondo e di promuovere i valori dell’uomo è primariamente quello dell’evangelizzare, in logica coerenza con la convinzione che nell’Evangelo è racchiusa la potenza più sconvolgente, capace di fare veramente nuove tutte le cose” (Paolo VI, Discorso ai partecipanti alla Terza Assemblea nazionale dell’Aci, Roma, 25 aprile 1977). In questo servizio formativo e missionario, grande aiuto può venirvi dal progetto culturale della Chiesa italiana, in cui non può mancare, da parte dell’Azione cattolica, un impegno fattivo e diffuso localmente, in stretta collaborazione con il Servizio nazionale per il progetto culturale”.
“Un altro tema sempre più presente nell’agenda pastorale della Chiesa in Italia è quello dell’educazione… In questo campo, occorre che le nostre comunità sappiano investire nuove risorse di persone e di idee, in un sapiente collegamento con altre istituzioni e mostrando la capacità di articolare percorsi specifici per chi si avvicina alla fede per la prima volta o chiede di riprenderne il cammino dopo anni di lontanamente o di tiepidezza spirituale. Anche su questo terreno, sappia l’Azione cattolica essere di timolo per passare dalle parole ai fatti, dagli auspici alle scelte, dalle iniziative isolate alla collaborazione feconda. Voglia dunque l’Associazione, in ogni propria istanza, potenziare quella significativa tradizione che la colloca vitalmente dentro alle comunità cristiane, affinché queste possano disporre di vere e basilari scuole di formazione spirituale, vocazionale e socio politica per i propri membri”.
La forte unità che si è realizzata nella Chiesa dei primi secoli tra una fede amica dell’intelligenza e una prassi di vita caratterizzata dall’amore reciproco e dall’attenzione premurosa ai poveri e ai sofferenti ha reso possibile la prima grande espansione missionaria del cristianesimo nel mondo ellenistico - romano. Così è avvenuto anche in seguito, in diversi contesti culturali e situazioni storiche. Questa rimane la strada maestra per l’evangelizzazione: il Signore guidi Pastori - Azione cattolica e movimenti a vivere questa unità tra verità e amore nelle condizioni del nostro tempo, per l’evangelizzazione dell’Italia e del mondo di oggi.

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