Una convivenza possibile
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“Oggi vorrei parlare del Viaggio Apostolico che ho compiuto in Albania domenica scorsa… Questa Visita è nata dal desiderio di recarmi in un Paese che, dopo essere stato a lungo oppresso da un regime ateo e disumano, sta vivendo un’esperienza di pacifica convivenza tra le sue diverse componenti religiose. Mi sembrava importante incoraggiarlo su questa strada, perché la prosegua con tenacia e ne approfondisca tutti i risvolti a vantaggio del bene comune. Per questo al centro del Viaggio c’è stato un incontro interreligioso dove ho potuto constatare, con viva soddisfazione, che la pacifica e fruttuosa convivenza tra persone e comunità appartenenti a religioni diverse è non solo auspicabile, ma concretamente possibile e praticabile. Loro la praticano! Si tratta di un dialogo autentico e fruttuoso che rifugge dal relativismo e tiene conto delle identità di ciascuno. Ciò che accomuna le varie espressioni religiose, infatti, è il cammino della vita, la buona volontà di fare del bene al prossimo, non rinnegando o sminuendo le rispettive identità. |
Parlando a Betania e constatandolo concretamente nel Centro ha indicato che è possibile una convivenza pacifica e fraterna tra persone appartenenti a differenti etnie (pensiamo quanto questo è importante e urgente in Africa anche ecumenicamente tra cristiani) e a diverse confessioni religiose. Nel Centro di Betania le differenze non impediscono l’armonia, la gioia e la pace, anzi diventano occasione per una più profonda conoscenza e comprensione reciproca. Le diverse esperienze religiose si aprono all’amore rispettoso ed efficace verso il prossimo; Ogni comunità religiosa si esprime con l’amore e non ci si vergona della bontà! A chi la fa crescere dentro di sé, la bontà dona una coscienza tranquilla, una gioia profonda anche in mezzo a difficoltà e incomprensioni. Perfino di fronte alle offese subite, la bontà non è debolezza, ma vera forza, capace di rinunciare alla vendetta cui pure gli albanesi sono tentati. Il bene è premio a se stesso e avvicina a Dio, Sommo Bene. Certo la cultura che predomina in Occidente e che vorrebbe porsi come universale, generando un nuovo costume di vita escludendo dalla cultura e dalla vita pubblica Dio, non è in grado di instaurare un vero dialogo con le altre culture, soprattutto con quella islamica nella quale la dimensione religiosa è fortemente presente. La fede ci fa pensare come Lui, ci fa vedere la realtà della nostra vita alla luce del suo disegno di amore su ciascuno di noi al di sopra di tutte le differenze confessionali, ci fa assaporare le piccole gioie di ogni giorno e ci sostiene nelle difficoltà e nelle prove. Il bene paga infinitamente di più del denaro idolatrato perché siamo tutti creati per accogliere l’amore di Dio e donarlo a nostra volta realizzando già il Regno di Dio, e non per misurare ogni cosa sulla base del potere, che è il pericolo che ci uccide tutti. Anche l’Occidente dove è in crisi il donarsi per amore di Gesù che suscita gioia e speranza, come il servire i fratelli si trasformi nel regnare insieme a Dio. Anche a noi occidentali questi valori necessari per dialogare con i musulmani possono sembrare paradossali, affannati nella ricerca delle ricchezze terrene, nel possesso, nel divertimento fine a se stesso, facendone chiave della propria esistenza, trovando invece alienazione e stordimento.