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Brucio nel vento

Regia:
Silvio Soldini
Cast:
I. Franek, B. Lukesova
Tobias Horvath vive in Svizzera e lavora da dieci anni in una fabbrica di orologi. La sua vita scorre monotona e faticosa fino all’arrivo di una donna dal volto conosciuto.
Voto: 6,0



Bruciare nel vento significa consumarsi nel nome di qualcosa o di qualcuno. Ed è una caratteristica dell’uomo inquieto (e vero) che non trova mai pace né soddisfazione, ma domanda e attende. Tobias è uno scarto del mondo: è figlio di una prostituta e di un insegnante che non lo ha mai voluto riconoscere; straniero in terra straniera (proviene da un oscuro paesino dell’Est europeo), vive isolato da tutti, assemblando pezzi di orologi che non vedrà mai completati. E la sera scrive. Scrive un diario di lacrime e poesie per lei, che ha conosciuto solo da bambino. Solo lei potrà abbracciare e comprendere un passato fatto di sangue e di menzogna. E solo a lei schiuderà il segreto del suo cuore. Totalmente, come nell’amore più vero. Nell’epoca dei film tratti da videogame o girati come videoclip, Soldini gira un film coraggioso e controcorrente, tratto da un libro non facile, di cui si conserva tutta l’impostazione letteraria. Non privo di durezze e di complessità, senza la leggerezza di Pane e tulipani ma con una radicalità rara anche nel cinema d’autore.

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