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Doomsday – Il giorno del giudizio

Regia:
Neill Marshall
All’inizio del XXI secolo a causa di un virus terribile che si scatena per la Scozia, il governo britannico decide di isolare per sempre i contaminati. Ma il disastro è soltanto rimandato.
Voto: 6,5

Una bella cruenta sorpresa. Girato in economia da un regista che già si era fatto notare un paio di anni fa con un horror solido come The Descent, Doomsday è prima di essere un horror, un omaggio a tanto cinema di John Carpenter uno dei maestri del genere. Il titolo di riferimento è, ovviamente, 1997 – Fuga da New York, da cui Marshall riprende gli stessi ingredienti: uno scenario apocalittico però non così distante dalla realtà; una fotografia molto cupa; un antieroe – in questo caso l’atletica Rhona Mitra anche lei come il mitico Jena, con la benda sull’occhio – che non ama prendersi troppo sul serio; la presenza di una vena anarchica e dissacrante e soprattutto la rappresentazione di un mondo di emarginati che vive secondo regole e leggi proprie. Tutto questo nelle mani di Carpenter è diventato un capolavoro profetico come 1997, nelle mani di un onesto mestierante come Marshall diventa un film un po’ troppo fracassone specie nella seconda parte, ma che conserva alcuni spunti di interesse se non altro per quanto riguarda la gestione dei meccanismi di suspense e della sorpresa e per alcune buone sequenze d’azione, come l’inseguimento in macchina. Rimangono alcune suggestioni forti soprattutto da un punto di vista scenico, tra cui lo spunto geniale, ad esempio, del riutilizzo a scopo difensivo del vallo di Adriano; in generale, nella prima parte ambientata tra le strade deserte di Glasgow, il film sembra attingere alle atmosfere inquietanti del recente Io sono leggenda. Peccato solo non aver meglio caratterizzato i personaggi, tra cui il capo dei cattivi, interpretato da Malcom McDowell e aver sprecato un finale che poteva essere più incisivo. Comunque, un buon film di genere dove il sangue scorre a fiumi e gli arti mozzati non mancano. Solo per appassionati.

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