Era mio padre
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Impeccabile gangster movie dall’inglese Sam Mendes (il regista di American Beauty), più preoccupato però di impreziosire la narrazione di belle forme e citazioni (che si sprecano: da Il Padrino a C’era una volta in America), che di riempire di senso e cuore il film. Confezione perfetta e sontuosa quanto algida e glaciale: cast notevole (anche se Hanks non si discosta dal consueto ruolo da bravo ragazzo: è un killer, e dei più spietati, ma anche un ottimo e giusto padre di famiglia); sceneggiatura solida, rigorosa ricostruzione d’ambiente. Tutto giocato intorno a figure e tematiche bibliche (Hanks è il padre giusto e vendicativo; vive un rapporto preferenziale con uno dei due figli; suo figlio è lettore accanito delle Sacre Scritture), inserite in un contesto da tragedia greca (la colpa e il peccato ereditari; la catarsi finale), il film è perfetto per corsi di regia e manuali per il buon attore, meno per il grande pubblico. Che ha bisogno di un minimo di ritmo (spesso qui assente), di meno citazioni colte e, soprattutto, di un messaggio chiaro. Che qui si perde invece in estetismi e narcisismi sterili.