Evolution
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E lo chiamano cinema d’intrattenimento. Intrattenere: verbo transitivo, II coniugazione, “far trascorrere a qualcuno il tempo in modo gradevole”. In modo gradevole. In modo piacevole. Passare una serata senza troppi pensieri. Io, una serata senza troppe pretese la passo davanti ad un film che, se proprio non brilla per idee, è per lo meno divertente ed ha minimamente un cast decente. Se non ha almeno uno di questi tre requisiti, il film d’intrattenimento diventa un film di “trattenimento” nel senso che ti devi trattenere per due ore la rabbia di aver buttato via soldi e tempo per niente. Ma poi ti sfoghi all’uscita. Eccome se ti sfoghi. Evolution è puro cinema di trattenimento: Reitman ricicla l’unica idea buona della sua vita (gli scienziati acchiappafantasmi di Ghostbusters) e la mescola al più inflazionato soggetto degli ultimi tempi, l’invasione dell’America dallo spazio. Sai che novità: ci siamo dovuti sorbire Independence Day, Deep Impact e Armageddon, e ne abbiamo fin sopra i capelli di marziani bombaroli e presidenti martiri. In più, ci mettono anche un gruppo di attori cani e battutacce da caserma. Non un film. Un clistere.