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Franklyn

Regia:
Gerald McMorrow
In un mondo fantastico in cui l’ateismo è vietato, un uomo cerca di far luce sull’assassinio di una bambina.
Voto: 5,0

Che pasticcio. Due mondi paralleli: nel primo, suggestivo, Londra è dominata dalla religione. Meglio, dalle religioni, dalle fedi più disparate e folli l’adesione verso le quali è benedetta dal Potere che ha messo fuorilegge l’ateismo. Nell’altro mondo, quello della realtà, un giovane, sconvolto dall’abbandono della sua bella, precipita in un baratro di depressione. Quale il collegamento tra i due mondi ? Non è dato saperlo, per quanto personaggi dell’uno e dell’altro si trovino misteriosamente a braccetto. L’esordiente Mc Morrow punta molto sullo stile che, se non è proprio personalissimo, almeno cita senza pedanterie un bel pezzo di cinema gotico americano e non solo, Blade Runner, V per Vendetta e forse anche qualcosa di più. Gli riesce meglio la parte fantastica (o solo semplicemente folle), intelligentemente costruita con poco, ma altamente suggestivo (gli inquietanti costumi dei poliziotti che ci riportano dalle parti dell’Espressionismo). Meno originale, anzi piuttosto prevedibile la parte “moderna”, più piatta e prevedibile nonostante l’impegno e la bellezza di Eva Green alla prese con un ruolo non semplice. Finzione, realtà, allucinazione, eros e thanatos, cinema nel cinema, la voce off similchandleriana: c’è di tutto in questo film pastiche in cui la sceneggiatura (dello stesso regista) mette anche con passione tante cose nel piatto, spesso giustapponendole ma non riesce a fondere le suggestioni e riportarle a un discorso coerente senza scadere nella banalità. Che purtroppo, dopo tanto attendere, occupa un finale assai debole e oscuro.

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