Fratello, dove sei?
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Ultimo ameno film dei fratelli Coen (Fargo, Il Grande Lebowski), che si divertono a riscrivere l’Odissea di Omero, demitizzandola e ambientandola durante la grande Depressione americana. Meno graffiante dei film precedenti, Fratello dove sei, è un puro divertissement cine-letterario, ricchissimo di citazioni anche molto dotte (dal berretto alla Furore di Clooney, novello Ulisse al Poli-femo dalla parlantina sciolta interpretato da Goodman). Non privo di riferimenti più scontati (le Sirene), il film, dopo un avvio un po’ difficile, si incanala giusto tra i più svariati generi; e tra prison-movie, musical, commedia brillante e farsa politica, i Coen ci dicono la loro sull’America che fu e che è con uno sguardo ad un tempo trasognato e divertito. Il rischio è però che tra ammicamenti autoreferenziali e riferimenti compiaciuti, allo spettatore possa scappare un più che concreto sbadiglio. Comunque uno dei miglior film in circolazione. Clooney è meno cicciobello e più simpatico del solito; Goodman e Turturro semplicemente spaziali.