I fiumi di porpora
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Dopo uno sfolgorante esordio con L’odio (La haine,1995), subito pareggiato dal pessimo e hollywoodiano Assassins (Id.,1997), la ex-giovane promessa del cinema francese Mathieu Kassovitz, ritorna a giocare in casa affidandosi ad un best-seller di successo, ad un genere accattivante e a due degli attori francesi più conosciuti: Reno e Cassell. Il risultato è discutibile: troppo lungo e con una fase preparatoria noiosetta, il film non brilla né cattura lo spettatore, complice anche un soggetto prevedibile ed interpreti che giocano al risparmio. Peccato, perché Kassovitz dimostra di saperci fare nella scelta originale di ambientare il thriller in una vallata alpina (con conseguente raffreddamento delle scene più cruente), come nel creare l’atmosfera soffocante e, al tempo stesso, misteriosa dell’università degli orrori. Scontati ed inutili i (troppi) riferimenti ai vari Shining ( S. Kubrick, 1980) e Il silenzio degli innocenti (J. Demme, 1991) ed esageratamente cruento. Evitabile.