Il caimano
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E' un film controverso, Il caimano di Nanni Moretti: una presa di posizione ideologica molto dura nei confronti del Premier uscente e allo stesso tempo un film alla Moretti, intimo e a tratti autobiografico. L'aspetto pubblico e polemico del film è quello che in molti già conoscono: un produttore cinematografico (un bravo Silvio Orlando) prende in mano la sceneggiatura di una giovane regista (Jasmine Trinca, che proprio Moretti lanciò con La stanza del figlio). E' un film su Berlusconi, dipinto come un caimano, un serpente in grado di ipnotizzare le folle grazie alle proprie televisioni e alla propria parlantina incredibilmente sciolta. Grazie a queste qualità e con la complicità di un finanziere divenuto un suo losco collaboratore, evaderà il fisco, diventerà uno degli uomini più ricchi d'Europa e si lancerà in politica. Al di là di molte forzature ideologiche (il finale appare troppo, troppo apocalittico), Il caimano come pamhplet antiberlusconiano si segnala soprattutto per il disprezzo manifestato in più momenti dal regista-intellettuale nei confronti di un popolo beota che non ha saputo aprire gli occhi di fronte a un vero e proprio pericolo per la democrazia. Questo aspetto è forse quello che urta di più in un film, per molti altri versi profondamente "morettiano" (le nevrosi del protagonista; le citazioni cinematografiche; il discorso sui valori e sulla famiglia; la rappresentazione del dolore e della solitudine): si citano – e ampiamente, anche se con titoli improponibili – il cinema popolare degli anni '70, ma il popolo è ben distante in un film che scopertamente guarda altrove (al cinema robusto, di denuncia di Francesco Rosi: da Le mani sulla città fino a Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto). Il caimano è così il film di un intellettuale, popolato da intellettuali (numerosi i registi e gli addetti ai lavori che hanno avuto un ruolo nel film: dal critico Tatti Sanguinetti ai registi Paolo Virzì. Giuliano Montaldo e Jerzy Stuhr, Antonello Grimaldi, Matteo Garrone e Paolo Sorrentino, ma spazio anche per la partecipazione amichevole di Michele Placido, Anna Bonaiuto, Valerio Mastandrea). La casta degli intellettuali che sdegnosamente pontificano e condannano da una parte, e l'Italietta dei miserabili, drogati dal Drive In di Berlusconi dall'altra, distante da loro migliaia di chilometri, la massa informe di un popolo bue su cui gravano due grandi, enormi colpe: l'ingenuità e soprattutto, l'ignoranza.