Il cosmo sul comò
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Robetta. E pure poco divertente. E’ questo il lato peggiore della recente produzione cinematografica firmata Aldo, Giovanni & Giacomo. Cioè, che i Tre che fino a qualche tempo fa facevano capottare cinema e teatri dalle risate non fanno più ridere. Le avvisaglie si erano evidenziate due anni fa con l’uscita di Anplagghed al cinema, operazione sicura per il Terzetto visto che il film non era nemmeno un film ma una semplice registrazione della tournée teatrale ma discutibile se non altro per gli esiti comici modesti. Con Il cosmo sul comò i nodi sono giunti dunque al pettine: e per scelte narrative scombiccherate (sarebbe da chiedere ai tre attori e al regista che c’entra la cornice orientaleggiante) e per una vis comica che sembra perduta dietro la riproposizione stanca di maschere vecchie e, più di tutto, per una piattezza registica che non osa nulla e anzi sembra giocare al ribasso. Male, quindi: anche perché i primi film dei di A, G & A avevano in effetti portato al cinema molte risate ma anche una certa freschezza. Eccitare il riso senza ricorrere alla facile volgarità o al sesso; realizzare film con un occhio al cinema (si ricordino le tante divertenti citazioni cinematografiche da Nick Mano fredda ai capolavori del Neorealismo); rilanciare attraverso le proprie opere un’immagine bella e positiva della vita e dell’amicizia, tutti elementi realmente nuovi all’interno di un orizzonte comico che in Italia si riduce spesso a cinepanettoni o poco più. Invece in quest’ultimo film, tutto è appiattito e col fiato corto: la stessa logica della struttura a episodi evidenzia un’incapacità di leggere la realtà al di là di facili cliché. Tutto è piatto, poco vivo e poco divertente: alzi la mano chi abbia riso di gusto per almeno uno dei quattro tristi episodi.