Il mandolino del capitano Corelli
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Cefalonia, 1940. La storia d’amore tra una bella paesana, Pelagia e il capitano italiano Antonio Corelli, sullo sfondo della lotta greca contro l’occupazione italo-tedesca. Ci sarebbero tanti aggettivi per sintetizzare il film. Penso che “imbecille” basti e avanzi. Imbecille come chi lo ha prodotto, girato, sceneggiato, fotografato, interpretato. John Madden, dopo la sopravvalutata melassa di Shakespeare in Love, cerca di bissare il gran colpo, dirigendo una stanca storia d’amore affidandola ad attori del calibro di Cage e della Cruz. Il primo è una mummia ed ha la stessa espressione quando suona il mandolino, fa l’amore ed è moribondo. La seconda, è bella come una sguattera ed ha lo charme di una donnaccia da strada appena finiti gli straordinari. E il film è una passerella lunga 130 minuti dei luoghi comuni più inflazionati: dagli italiani visti come il popolo tutto pizza, spaghetti e mandolino, ai greci, popolo di pescatori romantici ed ignoranti, ai tedeschi tutti nazisti sanguinari. Un insulto a qualsiasi intelligenza che deve trattenere a stento le risa davanti a dialoghi aberranti e ad un lieto fine rivoltante quanto posticcio. Forse il peggiore film dell’anno. Astenersi diabetici e cardiopatici.