Il mio miglior nemico
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Commedia all'italiana, si dovrebbe chiamare così. Quella di Sordi, del primo Verdone, e anche, mutati i tempi, quella di Fantozzi. Insomma, il ritratto dell'italiano medio allo sbaraglio che si barcamena tra lavoro, donne e prospettive impossibili. Si rideva tanto, anche se a denti stretti, di fronte a film come Piccola posta, Il vigile o Un sacco bello. Si ride molto di meno ne Il mio miglior nemico. Verdone ha grande esperienza e in coppia con Muccino riesce a strappare la risata, ma la satira di costumi è debolissima (i voyeur nel parco) e la sceneggiatura (il punto forte della commedia di un tempo) lascia spesso a desiderare rifugiandosi nella volgarità e nella risata grossolana. Si poteva fare di più e meglio, approfondire, per esempio, la figura del ragazzo sbalestrato per la mancanza di una famiglia stabile, o dare più spazio a figure femminili efficaci, altra presenza irrinunciabile nella commedia del Dopoguerra.