Imagine me & you
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Commedia leggera, in realtà devastante sull'amore omosessuale che non ammette alternative. Dopo i cowboy gay de I segreti di Brockeback Mountain, infatti, siamo alle prese con un altro film che si fa beffe della realtà tracciando una riga nera e dividendo il mondo in due: da una parte il mondo omosessuale che è sempre senza macchia, dall'altra un mondo di serie B, dominato da eccentrici o depressi. Bella – come erano belli i cowboy di Ang Lee – seducente, attraente, misteriosa, intelligente, brillante, culturalmente (e moralmente) superiore la fiorista protagonista di Imagine Me & You è una donna che difficilmente si può pensare libera da relazioni sentimentali. Ma lo è: e fa innamorare tutti di sé, il testimone dello sposo Cooper e anche, horribile dictu, la sposa stessa che durante la marcia nuziale, vedendola la bellissima donna che le ha approntato il bouquet ha un sussulto. E' l'amore, il vero amore. L'amore a prima vista. Dall'altra parte, nell'altra squadra, gioca invece il mondo di serie B, quello eterosessuale, dipinto con toni cupi e depressi (il povero sposo) o eccentrici (la famiglia della sposa). Il risultato dell'equazione è uno solo: essere gay non è semplicemente possibile. E' preferibile. E' quasi un privilegio che va raccontato e spiegato ai più piccoli (la piccola sorella della sposa). Ma la realtà è più grande e complessa di un'equazione ideologica. Non esistono due mondi perché non esiste un'umanità gay-lesbo e un'umanità etero. Esistono gli uomini, pieni di limiti e di difetti, capaci anche dei misfatti più orribili (e questo valga anche per i gay mai toccati, a differenza degli ecclesiastici, da accuse cinematografiche di pedofilia o altre bassezze) ma determinati da quel complesso di evidenze ed esigenza che si chiama cuore. Ed è proprio in questo che il film di Ol Parker tradisce. Non nella difesa arroccata del mondo gay, bensì nella rappresentazione di un amore che amore non è, ma semplicemente sentimento. La sposa "sente" qualcosa di diverso tra lei e la fiorista; i due giovani sposi "sentono" che tra di loro qualcosa non va.
Sentimento che, pur presentato in maniera leggera nel leggero film di Parker ha una portata distruttrice devastante. Non ancorato a nulla il cuore è una banderuola instabile che volteggia a destra e manca, vive dell'effimero e non ha respiro. E costringe i suoi proprietari a delle emozioni che non durano ma aprono a una solitudine eterna. La massima dei nostri tempi, anche citata nel film, va' dove ti porta il cuore, se il cuore è ridotto al puro sentimento, è solo un eufemismo per dire: "Vivi quello che ti pare, sperimenta tutto e non rendere conto a nessuno. In questo mondo sei solo".