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Imago Mortis

Regia:
Stefano Bessoni
Uno studente di regia si trova indaga su un lunga serie di morti violente.
Voto: 6,0

Horror curioso firmato da un italiano, coprodotto internazionalmente. E’ innanzitutto un omaggio alla storia del cinema gotico: dalle opere di Murnau a cui è intitolata la spettrale scuola di cinema, ai titoli dell’Espressionismo, passando per il cinema di Dario Argento per arrivare fino alle recenti ondate giapponesi e spagnole. Operazione interessante, forse un po’ cerebrale, godibile soprattutto per i cinefili appassionati del genere che noteranno anche gli evidenti riferimenti all’horror all’italiana, di Bava, Freda e compagnia spaventosa. Discreta la confezione, al risparmio, tenuto conto del budget minimo. Più interessante il “senso” del film, che affonda nel cinema stesso. La storia infatti gioca molto tra finzione e realtà, fino ad arrivare al modus operandi del killer che più cinefilo non si può, la presenza di un marchingegno, un thanatoscopio che, uccidendo le vittime ne riesce a conservare l’ultimo sguardo, racchiuso in una thanatografia, uno strumento che evoca decine di titoli, dal memorabile L’occhio che uccide di Michael Powell, a Suspiria di Argento, per non citare la tortura cinefila per eccellenza, la Cura Ludovico in Arancia Meccanica. Insomma non è Amènabar e nemmeno Del Toro, ma, per fortuna non è neppure l’ultimo pessimo Argento

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