Insomnia
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Se la doveva sentire anche lui. Di non potercela fare più. Sempre gli stessi ruoli. Gli stessi personaggi. Sempre la stessa faccia. La faccia da professor Keating e tutti i suoi surrogati. Faccia da buon uomo, affascinante, incapace di far male ad una mosca. Non poteva mica fare la fine di una Julia Roberts qualsiasi, attaccata al solito personaggio. E così, Robin Williams ha stupito tutti. Fa il cattivo adesso. Sornione e suadente, compare nel bel mezzo di Insomnia e strappa scena ed applausi ad un mostro di bravura e di esperienza come Al Pacino. Williams è un omicida simpatico e affabile, che ricatta senza mezze misure Pacino, detective vecchio stampo e insonne, e con troppi cadaveri sulle spalle. E lo inchioda, per buona parte del film. Un thriller sanguigno e solido il film di Cristopher Nolan (stesso regista del buon Memento): solido perché la sceneggiatura non fa una piega e perché la tensione non accenna a diminuire; sanguigno perché si parla di sensi di colpa e di peccato. Non esistono buoni e cattivi. Bianco e nero. Esiste un detective e un omicida. E sono entrambi colpevoli. E, a loro modo, affascinanti.