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Joyeux Noel - Una verità dimenticata dalla storia

Regia:
Christian Carion
Cast:
Diane Kruger, Benno Furmann
I guerra mondiale. Alla Vigilia di Natale, un contingente franco-scozzese fraternizza con i nemici tedeschi.
Voto: 8,5

I guerra mondiale. La guerra sporca. La guerra della trincea e delle baionette. Con le teste chine sotto il terrapieno, sentinelle scozzesi e francesi vigilano nel buio della notte della Vigilia del primo Natale in guerra. E ricordano, con tristezza, la pace spezzata e le famiglie lontane. Dall'altra parte, nella trincea tedesca, altri uomini, con divise e elmetti diversi, ricordano le stesse cose. Le famiglie lontane, e il lavoro abbandonato. Si accende un albero di Natale, carico di malinconia. E poi un altro e un altro ancora. Ma non basta un albero per fare il Natale. Ci vuole un canto. Stille Nacht o Adeste Fideles, attaccano i tedeschi. A cui rispondono gli scozzesi con ballate a suon di cornamusa. Ne viene fuori uno strana sfida a distanza. Ma non basta nemmeno questo per celebrare il Natale. Serve un prete e una messa. E così sia.
E' un film semplice e deciso quello del francese Cristian Carion, semplice e d'altri tempi come Les Choristes; lucido e sobrio come La rosa bianca. Uno scozzese, un francese e un tedesco: tre ufficiali di nazionalità diverse. Tre sensibilità diverse, tre storie diverse. Un'unica esperienza comune: la guerra. Ma non solo: sono cristiani, impegnati in una guerra di cui non capiscono il senso, ma che affrontano con umanità e aperti all'imprevisto. L'imprevisto di una canzone e di una presenza che scuote dalla schiavitù dell'ideologia e del non senso. Un Natale di gioia, un Natale di pace. Il Natale di Cristo. Uscito, con colpevole ritardo rispetto alle festività natalizie, Joyeux Noel è un film che, tratto da vere vicende (ripercorse dagli storici Yves Buffetaut e Michael Jurgs), afferma con forza che pace e unità in Europa e non solo, sono possibili solo attraverso il volto e la radice di Cristo. E' vero: Carion non è Kubrick e il suo film non è Orizzonti di gloria o La grande illusione. Ma non è nemmeno un film militarista o pacifista come vuole la quasi totalità della critica. Non è un film sulla pace nel mondo, schema impossibile da attuare. E' un film sulla pace del cuore di ciascun uomo. Uomini uguali l'uno all'altro, non per un principio astratto, ma per quell'insieme di esigenze e di evidenze di cui è costituito il loro cuore. Un film controcorrente, scomodo e per questo poco pubblicizzato e subito fatto sparire dal grande schermo. Una strana bizzarria, quella di non scommettere su un film del genere, una costosa coproduzione franco-tedesco-britannica che all'estero, soprattutto in Francia, ha avuto successo e che è candidata all'Oscar come miglior film straniero. Se la vedrà con il "nostro" La rosa bianca, con cui condivide la medesima nettezza di giudizio e la stessa grande umanità. Sarà una bella sfida. Film da uomini e dalla parte degli uomini. Sperando che non si intromettano le bestie della Comencini.

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