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King Kong

Regia:
P. Jackson
Cast:
J. Black, N. Watts
Una troupe cinematografica si imbatte su un'isola inesplorata in una misteriosa creatura...
Voto: 8,0

Non è una storia di avventura. Non solo almeno. Peter Jackson ci presenta così la sua ultima creatura, mettendo in bocca ad uno dei propri personaggi un commento a Cuore di tenebra di Conrad ma che suona tanto come una definizione semplice e sintetica di King Kong. Perché il remake del film di Merian C. Cooper è tutto tranne che una semplice storia d'avventura. E Jackson, che proviene da quello straordinario esperimento di generi e sensibilità che era stata la trilogia de Il signore degli anelli, lo sa bene. E non si stanca di ripeterlo scena dopo scena, sequenza dopo sequenza. E così, si incomincia dalle parti del musical con una Watts alle prese con citazioni da Chaplin ma si prosegue a braccetto con Frankenstein (con un regista folle, ossessionato dalla propria creatura, un film) per passare a scenari horror e fantastici in un'isola che non sembra tanto diversa da quella dello spielberghiano Jurassic Park. E ancora, tante storie d'amore che si intrecciano: la Watts e lo sceneggiatore eroe interpretato da Adrien Brody, il melodramma della Bella e la Bestia, i corteggiamenti tra realtà, finzione e verosimiglianza (si parte dal teatro, si filmano dal "vivo" le gesta degli eroi sull'isola, si allestisce una farsa nel finale). In mezzo a tutto ciò, una cura impressionante dei particolari (dagli aeroplani che attaccano il gorilla alle numerosissime varietà di insetti e mostruosità dell'isola) e una volontà di risalire il fiume conradiano, di andare a fondo dell'intrico di un mondo cupo e irrazionale. E così, ecco un kolossal non epidermico ma che cerca di scavare nell'animo dei personaggi, dall'ossessione folle del regista interpretato da Jack Black, al gorilla stesso mai così espressivo e "umano". Non un capolavoro, forse troppo lungo (il film impiega molto a partire, anche se poi l'attesa è ricompensata da un ritmo indiavolato), ma un kolossal spettacolare, solido nella scrittura, carico di riferimenti cinematografici e persino commovente, nonostante una storia vecchia come il cinema.

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