L’acchiappasogni
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Lawrence Kasdan (Brivido caldo, Il grande freddo, Grand Canyon) non ha mai girato film horror. E si vede: il suo L'acchiappasogni, nella prima parte, è tutto tranne che un horror. Si parte infatti dalle parti di Stand By Me (il viaggio degli amici nei boschi e la loro amicizia radicale), pian piano si passa alla fantascienza americana nelle sue due manifestazioni, quella spielberghiana – modernista (E.T; Incontri ravvicinati del terzo tipo) e quella classica, paranoica e suggestiva (L'invasione degli ultracorpi), per finire in un magma di citazioni colte ma anche un po' confuse del cinema che coniuga fantascienza e horror (La cosa e Alien). La critica ufficiale l'ha trattato malissimo, prendendo il film come un'operazione irrisolta e poco convincente. In realtà Kasdan non è a suo agio con l'horror e si vede, ma ha mestiere e una conoscenza sufficiente del mezzo cinematografico per non stancare lo spettatore. Suspense, sorpresa, ritmo e montaggio convincono e non stancano. Meno bene la scrittura, un po' lacunosa nella parte centrale (perché non dare il giusto rilievo all'acchiappasogni del titolo?) e il cast, decisamente sottoutilizzato (soprattutto Freeman, nella parte, insolita, del "cattivo").