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La Rosa Bianca - Sophie Scholl

Regia:
M. Rothemund
Cast:
J. Jentsch, F. Stetter
Gli ultimi giorni della vita di Sophie Scholl, appartenente al gruppo di resistenza denominato La rosa bianca.
Voto: 8,0

E' un piccolo gioiello il terzo film del tedesco Marc Rothemund. Innanzitutto per una messinscena misuratissima e antiretorica difficile da ritrovare in molti film sulla resistenza ai fascismi. Essenziale, mai urlato, persino pudico nel mostrare col contagocce simboli e bandiere naziste, il film di Rothemund a tratti pare essere una tragedia filmata più che un film di finzione. Una tragedia filmica, del resto, con molti riferimenti cinematografici alle spalle (La passione di Giovanna d'Arco di Dreyer soprattutto) e altrettanti riferimenti alla grande tragedia classica. Perché Sophie è tanto vicina nello spirito e nelle parole, con quel richiamo alla coscienza più che al rispetto delle leggi dello Stato, all'Antigone sofoclea, l'eroina che come Sophie non abbandonò il fratello nel momento della morte. Una compagnia di sangue, una fede di sangue che è veramente il punto di forza del film: Sophie non smette mai di richiamare alla memoria i genitori per tutti i sei giorni di quella che è una vera e propria passione ("Ho ereditato il coraggio da mio padre – dice a un certo punto alla propria compagna di cella). Dopo la confessione dinnanzi all'ufficiale della Gestapo (confessione maturata solo dopo aver scoperto che anche il fratello aveva fatto altrettanto), Sophie ha in mente più i propri genitori che se stessa ("Che farete a loro? Li metterete in carcere?"). E ancora, la scena commovente dell'abbraccio tra i due fratelli School e Cristoph, il terzo condannato, prima della morte. Una testimonianza nella carne e nel sangue, un martirio, in grado di smuovere le montagne e di sciogliere i cuori più duri. Così, la figura più complessa e interessante è proprio quella dell'ufficiale della Gestapo, Mohr, che di fronte all'incontro durante l'interrogatorio con Sophie all'inizio si adira, poi vacilla, si lava le mani alla maniera di Pilato e infine, nella sequenza forse più intensa del film, si riscopre uomo e padre, tornando, gratuitamente, a vedere, per un'ultima volta quel volto sempre più inondato dalla Luce: Cristo attende e perdona tutti, anche l'ultimo degli assassini nazisti.

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