La sconosciuta
- Regia:
- Curatore:
- Cast:
Sono passati sei anni da Malèna, con una Monica Bellucci sempre e ovunque nuda a solleticare i sogni erotici e le pratiche masturbatorie di un ragazzino voyeur e Giuseppe Tornatore non è cambiato. Il suo ultimo film si apre con una sequenza di giovani ragazze nude e mascherate. E procede con violenti flash back di stupri, parecchi nudi della pur brava Ksenia Rapoport, un nudo integrale della Gerini, il nudo plastico e unto di Michele Placido e via abbrutendo. E’ questo che dà più fastidio, nel “mistery” di Tornatore: un’insistenza morbosa sul sesso, sulla carne, sulla violenza. Una vera propria scelta stilistica quella del regista di Nuovo Cinema Paradiso: e così, come da un punto di vista visivo sono proposti soltanto corpi dati in pasto allo spettatore così, da un punto di vista narrativo non mancano musiche martellanti di un Ennio Morricone che troppo spesso fa il verso a se stesso e il ricorrere ripetuto e pedante a continui flash back brutali. E’ nella scelta del taglio, del registro che il film di Tornatore non convince: Tornatore non è Hitchcock e nemmeno De Palma. E forse non possiede nemmeno il talento sperimentale di un Salvatores. E lo si vede bene, in sequenze come quelle della morte del personaggio interpretato da Piera Degli Esposti o dell’aggressione a Placido. Sequenze posticce in un lago di sangue (finto). Tornatore, anche nel più mistery dei suoi film, Una pura formalità, aveva lavorato e dimostrato di sapere lavorare in maniera ben differente: sugli attori e sui personaggi incarnati dagli attori, innanzitutto. E anche su uno script solido e convincente. Qualità che mancano a La sconosciuta, in cui l’aspetto più interessante, il dramma di Irena, viene quasi lasciato sullo sfondo per non dire schiacciato, annichilito, persino abbrutito da laide immagini del Male che nelle mani di Peppuccio Tornatore finiscono per diventare solo sporche caricature di se stesse.