Magdalene
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Maledetto il regista che confida nell’uomo, che pone nella menzogna il suo sostegno e allontana il Signore dal cuore. Egli sarà come un tamerisco nella steppa; quando viene il bene non lo può vedere, e il suo film non potrà prevalere. Suore che torturano giovani donne indifese. Suore brutali che, nel nome di Dio, attentano alla dignità della persona con tutti i mezzi possibili. Non è un delirio, è un film che vorrebbe essere una storia vera. La storia di 30.000 donne perdute (prostitute, ragazze abbandonate), che, invece di trovare rifugio in comunità di recupero e ospizi gestiti da suore, trovarono violenza, repressione, torture, morte. E’ una storia che sembra aver convinto tutti, persino la Giuria del Festival di Venezia che le ha pure conferito il premio più importante. Una storia a cui non credo, per una serie di motivi. Perché è facile fare film storici senza specificare fonti e numeri (un’adeguata documentazione sulle 30.000 donne, avrebbe richiesto anni di ricerche e non i pochi mesi della lavorazione del film). Perché il film è arrogante e carico di livore contro la Chiesa libera e cattolica. Perché è un anno che vedo uscire film anticattolici, prodotti e distribuiti con il solo scopo di gettare fango negli occhi e sul Papa: I banchieri di Dio (Il Papa mafioso), L’ora di religione (liberi di bestemmiare Dio e la Madonna), Amen (Il Papa è un nazista), 40 giorni 40 notti (I cattolici sfigati, che no si godono la vita), e ora l’ultima spallata alla rocca, Magdalene. Ma la vera vergogna non è l’opera subdola di Lucifero. La vera vergogna siete voi. Popolo di Cristo, indifferente di fronte agli attacchi più feroci. Dove siete finiti, intellettuali, giornalisti, professori, scrittori? Vi dite cattolici, ma, prezzolati dal Potere, non osate opporre resistenza, nel nome della santa tolleranza, ma che è solo l’ultima freccia dell’arco della Menzogna.