Matrix
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Matrix – scandalo a dirsi - non è né un film religioso né tanto meno sul Senso Religioso. Matrix è un film eccezionale dal punto di vista degli innovativi effetti speciali ma manca totalmente di qualsiasi pretesa di giudicare il reale. Per fare un grande film di contenuti non basta avere un ottimo PC, tre tute sintetiche, un gran pezzo di ragazza ed una star internazionale: ci vuole anche quella che, banalmente, si chiama storia, vicenda o, tecnicamente, soggetto, in cui sta, non a caso, la parte più debole del film. Dialoghi più ambigui che suggestivi, certamente confusi, ecumenicamente ricattatori (i riferimenti a figure cristologiche si accostano a riferimenti alle religioni pagane, buddiste, New Age...) portano ad un finale da favola (Il Bello addormentato nel bosco, risorto per amore) nel nome della filosofia costanziana del Peace & Love. Furbo, stupido e confuso come i suoi autori che hanno letto qualcosa del Vangelo, la biografia di Roberto Baggio e ascoltato qualche canzone di Joan Baez (versione fumata), mescolando ignobilmente tutto insieme. Inaccettabile, pretestuoso ed incoerente lo pseudo -discorso tra finzione e realtà che traspare nel film.