Mongol
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Prima parte di una trilogia. Trattasi di kolossal russo-kazhako diretto dal veterano nonché vincitore di un Oscar Sergej Bodrov. Nel complesso non è male, anche se tutto suona un po’ freddo e artificiale. Del resto tutto è stato più che ricostruito in studio, digitalizzato al computer. Le battaglie, gli scenari bellissimi: tutto è rifatto e ripulito e a tratti sembra di rivedere i combattimenti stilizzati di 300. Ma nel complesso si riesce a seguire bene le storia di Temugin, dall’infanzia travagliata fino al sorgere del suo enorme impero, passando per la prigione e per la condizione di schiavo. Bodrov sa girare e si circonda di attori capaci e fotogenici, ma condensa in appena un paio d’ore una storia lunga decina di anni e ricca di avvenimenti. Il risultato è che molti passaggi sembrano andare a vuoto: le ellissi sembrano voragini di sceneggiatura e la storia troppo frammentata. E tutto ciò a scapito di un respiro epico o di una profondità tragica che si può soltanto immaginare. Finale tronco, come da tradizione per i film a puntate.