N - Io e Napoleone
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"Commedia sul berlusconismo", come lo stesso Virzì ha spiegato in conferenza stampa, in realtà, N - Io e Napoleone è una commedia drammatica con buoni interpreti ma dal sapore piuttosto provinciale. Facile infatti trovare dietro i panni ottocenteschi del Bonaparte molti, forse troppi riferimenti all'ex premier Silvio Berlusconi: Napoleone presentato come figura populista che arriva sull'isola stregando il popolo e elargendo false promesse, dalla costruzione di una barriera frangiflutti (forse un'allusione al ponte sullo Stretto?), alla costruzione di nuove strade. Napoleone, circondato da uno stuolo di servili portaborse (ce n'è uno che parla persino come Berlusconi: "Mi consenta!"). Napoleone che si ammira davanti allo specchio, che cerca con un po' di trucco di eliminare la vecchiaia incipiente; Napoleone che fugge a tradimento, egoista e prigioniero della propria immagine. Si parla addirittura di un miracolo elbano. Quello di Virzì quindi è un altro film sulla figura di Berlusconi, non sul berlusconismo: poco male, si dirà, anche perché il film è "alla Virzì". E cioè una buona commedia, inferiore al suo capolavoro amaro, Ovosodo, ma con un buon cast (soprattutto Germano, che appare molto versatile come interprete) e qualche personaggio di contorno ben tratteggiato (il duetto Ceccherini-Impacciatore e il grande Mastandrea, che ci sembra però col passare del tempo sempre più utilizzato). Ma è un film provinciale perché non riesce a distaccarsi dalla piccola Italia. In America, con tutto il male che si nutre nei confronti di Gorge W. Bush, tuttavia non mancano commedie in grado di raccontare i tempi senza per forza spingere lo spettatore a trovare nei film ora una Condoleeza Rice, ora Monica Lewinski, ora il presunto autoritarismo del Presidente. Sono commedie e parlano di una realtà che è più grande del Presidente più potente del mondo. In Italia, invece, è diverso: escono Il caimano, documentari contro Berlusconi, commedie contro l'ex premier. Lo stesso Virzì è recidivo: in Caterina va in città, la figura del "cattivo" era accostata a una politico romano di centrodestra. Insomma, basta. Abbiamo capito: Berlusconi è Napoleone e merita tutto il male possibile. Ma ora tornate a fare del cinema.