Paycheck
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Solido thriller dell’identità e dei paradossi temporali, firmato da John Woo, maestro del cinema d’azione, finalmente tornato ai bei tempi di Face-Off e di The Killer dopo alcuni anni di vacche magre. Il merito sta soprattutto nella storia, avvincente ed originale, tratta da un racconto dell’eterno Philip K. Dick, già da tempo oggetto di saccheggio cinematografico (Blade Runner, Atto di forza ed i recenti Impostor e Minority Report derivano sempre da Dick), ma anche di una regia attenta, che sa combinare i ritmi dell’azione più concitata ai meccanismi della suspense e della sorpresa di matrice hitchcockiana. Tanti gli omaggi a Sir Alfred, dalla tendina della doccia di Psyco alla donna che appare due volte di Vertigo, fino allo spaesamento di un protagonista, che ricorda Intrigo internazionale, in un film tanto godibile quanto zeppo di inverosimiglianze: come può il protagonista essersi dimenticato della propria donna, se l’ha conosciuta al party prima della cancellazione della memoria? Affleck, per una volta tanto, sembra essere in parte: certo gli calza il ruolo del fanciullone un po’ bamba.