Profumo - storia di un assassino
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La critica è concorde, e per una volta pure noi. Profumo è un brutto film, pessimo adattamento dell’omonimo best seller che finora ha venduto più di quindici milioni di copie. Forse Tykwer ha scelto il best seller sbagliato per farne un film. Difficile rendere per immagini il senso meno filmabile che ci sia, l’olfatto soprattutto se la strada presa è quella dell’affresco digitale (vedere per credere la sequenza del rave erotico finale). Tykwer non ha mai brillato per messa in scena: il suo primo film, Lola corre, era un corto gonfiato a misura di lungometraggio, dal ritmo indiavolato ma dalla consistenza di un giocattolo e non erano certo meglio i film successivi La principessa + il guerriero ed Heaven, quest’ultimo tratto da soggetto di Kieslowski. Anche in Profumo le pecche sono le stesse dei film precedenti: una lunghezza esorbitante o comunque immotivata, un cast di gigioni (Hoffman e Rickman) o di inadeguati (il protagonista, Ben Whishaw), parecchie cadute nel kitsch (la già citata sequenza finale) e in generale un certo soffermarsi sul malsano e sul morboso che ci è parso parecchio gratuito. E anche lo scavo psicologico del protagonista appare inadeguato e più che immedesimazione, crea una vera e propria repulsione.