Rec
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Horror breve, sotto i 90 minuti convenzionali, ripreso interamente in soggettiva con la macchina a spalla, dall’immaginario visto e stravisto e con una punta (a dire il vero anche più di una punta) anticattolica. Nulla di nuovo sotto il sole, dunque. La coppia di registi spagnoli Balagueró-Plaza decidono di girare il loro nuovo horror alla maniera di ‘The Blair Witch Project’ o se vogliamo del recente ‘Cloverfield’: piccolo budget, videocamera, inquadrature traballanti, urla e strepiti, una manciata di attori e un’unica location. Tutto il resto è poco curato: dalla fotografia, praticamene assente per cui si intravedono appena figure e azioni, agli effetti speciali, appena accennati, all’intreccio zeppo di luoghi comuni horror: la solita storia del virus che si diffonde e che crea zombie più o meno voraci. La stoccata anticattolica è nel finale: in realtà la colpa è dei soli preti esorcisti, fissati con la Madonna e che pur di occultare prove inconfutabili contro la Chiesa sono capaci di tutto, anche di sacrificare gli innocenti. Rec è un film vecchio, soprattutto per un regista come Balagueró che nei lavori precedenti non ha mai nascosto il suo anticlericalismo. Un film non film, senza cornice, senza esterni e anche senza causalità e spesso senza logica, che punta tutto sulla confusione per suscitare paura ma anche per nascondere i tanti vuoti di sceneggiatura e di intreccio, questi sì veramente terrificanti.