Riflessi di paura
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Thriller deludente, con poche idee diretto da un ex promessa del cinema di genere quell’Alexandre Aja autore di Furia e del remake di Wes Craven, Le colline hanno gli occhi. Anche questa volta il regista francese si cimenta in un rifacimento (il sudcoreano Geoul sokeuro - Into The Mirror, inedito in Italia) ma il suo repertorio fatto di elementi visti migliaia di volte negli horror di ultima generazione (il buio, la solitudine, la casa stregata, i rumori, il passato che non muore) stanca e cattura poco l’attenzione. Ci mette del suo anche il protagonista Kiefer Sutherland tanto convincente e credibile nella serie televisiva 24, da ripetere tic, mosse ed espressione del celebre Jack Bauer anche quando non richiesto dal copione. Molto sangue e scene efferate non bastano però a convincere uno spettatore più suggestionato dalle scene cruente che realmente inquieto di fronte a una storia di male che non appare mai credibile. Aja prova a citare un po’ tutto, l’immancabile Shining e anche la saga di Saw ma l’impressione è quella di trovarsi davanti a un esercizio di stile molto vuoto e da un punto di vista drammaturgico privo di verosimiglianza e molto banale, almeno nello scioglimento dell’intreccio. La vera pecca, la vera mancanza in questo film così come in molti horror recenti, è l’inconsistenza di un maligno molto fracassone ma del tutto slegato da una realtà. Il diavolo come qualcosa, di astratto. Ed invece è la cosa più concreta e vicina che ci sia. L’unica sequenza veramente suggestiva è quella finale, tragica e disperata e, vivaddio, senza un goccio di sangue.