Stealth - Arma suprema
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Rob Cohen (Day Light – Trappola nel tunnel; Fast & Furious; XXX) ci ha ormai abituati a un cinema adrenalinico, fracassone, con poco spazio per tutto ciò che non sia veicoli infiammati, esplosioni gigantesche, scontri a fuoco mortali. E non è da meno Stealth – Arma suprema, una sorta di Top Gun aggiornato all'attuale scenario (rispuntano per un attimo i russi, ma i cattivi sono e devono essere i terroristi), con un piccolo e stentato omaggio addirittura al Kubrick di 2001: odissea nello spazio (l'occhio rosso del robot). Una caratterizzazione minimale dei tre protagonisti (che, all'insegna del politically correct, sono un bianco, un nero e una donna) passa in secondo piano rispetto a una storia di armi e di eroi, poco credibile sotto tutti i punti di vista (militare compreso), che pur nell'ingenuità di un film tutto muscoli e niente arrosto, mostra però e in maniera significativa quanto psicologicamente il cinema d'azione sia cambiato dalle Torri in avanti. La preoccupazione dell'eroe di non colpire vittime innocenti, di ridurre a zero i cosiddetti danni collaterali non è certo nuova al cinema ma risente evidentemente di un'attualità bruciante. Così come il conflitto con un disumano potere politico e militare (qui impersonato da Sam Shepard), che ha a cuore i propri interessi personali piuttosto che il bene dell'America e dell'umanità tutta.