The Breed - La razza del male
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Prodotto da Wes Craven, l’autore di Nightmare e della trilogia di Scream, The Breed è un horror mediocre che si discosta ben poco dagli horror inconcludenti dell’ultima generazione. Sempre i soliti ingredienti, per accattivarsi il pubblico più giovane (e più sprovveduto): un’isola sperduta, una casa isolata, un gruppo di ragazzi, le ragazze in costume, l’immancabile sesso. La novità, si fa per dire, starebbe nei cattivi, cani rabbiosi diventati mostri dopo esperimenti genetici non meglio precisati. I cani mordono e gli umani cominciano a diventare sempre più strani, fino alla pazzia. The Breed è un film di cui subito dopo le prime sequenze si sa già tutto: si sa come andrà a finire il prologo, chi verrà ucciso per prima, i telefonini che non vanno, l’aereo e la macchina che non vogliono proprio partire e il finale aperto. Si sa già tutto, perché non c’è nulla di nuovo e perché nel periodo estivo arrivano nei cinema vagonate di questi film sempre uguali a se stessi e buoni solo per una seconda serata su Rete 4. Tensione, suspense, sorpresa e ironia latitano in un film in cui l’unico interesse è da ascriversi ai protagonisti. Che, a parte la povera Michelle Rodriguez, sono di un’antipatia sconcertante (oltre a recitare peggio dei cani). Anche questa non una novità, bensì una costante nel cinema horror recente. Prendete quattro o cinque giovanotti. Le ragazze sono oche frivole, i maschi un concentrato di istintività e egoismo sotto una massa di bicipiti ottusi. Prendeteli, e dateli in pasto a maniaci omicidi, vampiri, zombie, streghe assassine e cani assetati di sangue. Nell’arena horror, solo i gladiatori più stupidi sono chiamati a combattere e morire. E, sugli spalti, il pubblico non prova compassione né pietà. Nemmeno un pizzico di solidarietà o una qualche forma di immedesimazione. Semplicemente, ride di loro.