The golden bowl
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Non poteva che essere tratto da un romanzo, e nella fattispecie, da un romanzo di Henry James, l'ultimo grande film del più "inglese" tra i registi americani, James Ivory, specializzatosi ormai in adattamenti letterari di grande spessore. Grandissimo nella ricostruzione d'epoca e nella direzione degli attori, Ivory con The Golden Bowl, dà tutto il suo meglio, confezionando (è proprio il caso di dirlo) un'opera contradditoria e sfuggente, a metà strada tra il dramma intimista e la ricostruzione decadente di viscontiana memoria. Al regista californiano non sfugge lo scavo psicologico dei protagonisti e delle figure minori, prigioniere di etichette ed usi ormai in via di estinzione, eppure esuberanti e sanguigne dietro la maschera e l'atteggiamento compassato, così come non manca di approfondire la fitta rete di trame e inganni che porterà alla distruzione la famiglia di Adam. Ricco di citazioni letterarie e cinematografiche (da Visconti alla Campion di Ritratto di signora, sfiorando Shakespeare e lo Scorsese del munifico L'età dell'innocenza), The Golden Bowl è un grande vecchio film di un regista forse non dei più decantati e apprezzati eppure coerente con un'idea "artistica" e "seria" di cinema che di questi tempi, possiamo solo guardare con entusiasmo. Non per tutti i gusti, a tratti un po' troppo patinato, comunque da vedere.