The Impostor
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Fatemi gli auguri. Ne ho bisogno. Mi attendono due mesi di passione, per una passione chiamata cinema. Da sempre, per un critico, i mesi più critici sono luglio e agosto, quando in città chiude tutto tranne i cinema. Mesi allucinanti, perché in poco meno di 60 giorni si concentrano i film peggiori della stagione, e perché puntualmente mi becco un mal di schiena per le temperatura polari delle sale milanesi. Solo un imprevisto potrà salvarmi. Un imprevisto di nome The Impostor, un filmetto su cui non avrei scommesso mezzo euro, ma che riserva qualche sorpresa. Diretto da uno specialista di thriller (Fleder è il regista de Il Collezionista e del recente Don’t Say a Word) ed ispirato ad un racconto del geniale Philip K. Dick (quello di Blade Runner), The Impostor è un classico film da arena estiva. Non dura tanto, ha un buon cast, ritmo da vendere e una storia avvincente. Uno scienziato si trova catapultato in una storia più grande di lui. Lo credono un impostore, un alieno kamikaze con il compito terribile di uccidere il Cancelliere, la più alta carica dello Stato. Ma lui è convinto di essere uomo.