The Sentinel
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E’ un film che non sta in piedi, The Sentinel. Non è credibile in nulla. Nei protagonisti, primo fra tutti un Michael Douglas fuori tempo massimo per interpretare la guardia del corpo numero 1 del Presidente. Non è credibile Kim Basinger come First Lady. E non è credibile nemmeno la scena madre, cui fa seguito l’impianto confuso di questo thriller, vale a dire la relazione “segreta” tra Douglas e la Basinger. Nell’epoca delle intercettazioni, dell’occhio enorme del Grande Fratello a vigilare su tutto, fa sorridere l’ipotesi di una tresca tra la guardia del corpo e la moglie del Presidente. Vedere rapporti sessuali consumati sui divani della Casa Bianca, all’insaputa di tutto, servizi segreti compresi, fa venire voglia di cambiare canale. Ma il film di Johnson incalza, nel disprezzo delle più elementari regole del genere. E così, ecco cattivi (il personaggio di Kiefer Shuterland) ravvedersi improvvisamente, terroristi provenire da Stati inesistenti sulla cartina geografica e un sessantaduenne che, per scavalcare un muretto o per fare una corsetta, ha bisogno della controfigura. Classico saldo di fine stagione, The Sentinel sembra una versione imbruttita, incoerente e rallentata de Il fuggitivo. Da evitare.