The Weatherman
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Nicolas Cage come Fantozzi (anche se Fantozzi è infinitamente più divertente): l'uomo delle previsioni è uno sfigato. Va in giro e per strada e gli tirano cibo e bibite addosso. Patatine, bevande, caffè. Persino dei tacos, gli lanciano addosso. Torna a casa dove vive da solo (perché la mogie lo ha abbandonato) e va a letto con delle sconosciute.. Passa un po' di tempo coi figli disastrati: la più piccola soffre di obesità; il più grande è un ladruncolo. E suo papà, il saggio padre Premio Pulitzer è malato di cancro. La vita dell'uomo delle previsioni è complicata, oscura, difficile da governare molto più di quel tempo che, grazie alle moderne tecnologie, appare sempre più leggibile. La vita è una tempesta e tu, uomo senza qualità, ci sei dentro fino al collo. Il punto di partenza, per quanto semplice, del film di Verbinski è azzeccato e piuttosto originale, così come azzeccato è il registro con cui la macchina da presa entra nella vita di alcuni personaggi (quello dell'adolescente obesa, così vero nella malinconia e nella solitudine). Peccato che il film si perda per strada e sprechi buone potenzialità: Verbinski, a cui comunque non manca un discreto del racconto (è il regista de La Maledizione della Prima Luna) mette troppo carne al fuoco (troppi personaggi: oltre al protagonista, c'è spazio per la famiglia intera, padre morente, il nuovo compagno della moglie) e, complice alcune trovate della sceneggiatura non efficacissime (l'insistente voce fuori campo di Cage) non approfondisce appieno tutti i personaggi in gioco. Nel complesso più deprimente che malinconico, The Weatherman è comunque uno dei tanti film di questa stagione all'insegna del padre e della sua ricerca spasmodica.