Transformers
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Muscolare e divertente, il nuovo film di Michael Bay, fatta eccezione per una certa confusione nella parte centrale dove non si capisce più (ma siamo in buona compagnia: non lo capiscono nemmeno gli uomini protagonisti) quali sono i robot “buoni” e quali i “cattivi” è un film fracassone ma non privo di una certa ironia. Merito forse di Steven Spielberg che, in veste di produttore, avrà voluto dire la sua sul film, magari giocando con le tante citazioni e (auto)citazioni presenti: dai film imprescindibili della fantascienza moderna, Guerre stellari, Alien e Terminator, alla stessa spielberghiana Guerra dei mondi, a cui il film di Bay ammicca se non altro per il medesimo scenario apocalittico. Ai classici spielberghiani Incontri ravvicinati del III tipo e E.T. Massiccia anche se non invadente come da tradizione spielberghiana, la dose di effetti speciali: un buon film, per teenager e non, che guarda al passato del cinema di genere, ma anche al presente, inquietante, della minaccia terroristica. Con un messaggio positivo finale nel momento storico decisivo della guerra al terrore: solo il sacrificio di sé genera. Un messaggio comune a buona parte del cinema di Spielberg, da E.T. a Salvate il soldato Ryan, da A.I – Artificial Intelligence a La guerra dei mondi. In questo senso, Transformers è sì fracassone e non privo di incongruenze, ma un film di speranza: il nostro mondo, libero e democratico è ancora possibile. E può essere difeso.