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Un amore senza tempo

Regia:
Lajos Koltai
Un’anziana donna in punto di morte racconta alle figlie il suo primo, perduto, amore.
Voto: 4,5

Uno spreco di talento e di colori. E’ innanzitutto questo Evening (in italiano i traduttori hanno imposto un titolo ancora più stucchevole del film). Un parterre di grandi prime e primissime donne: Vanessa Redgrave, Meryl Streep, Glenn Close, Toni Collette, Claire Danes, più le figlie della Streep e della Redgrave: rispettivamente la bruttissima Mamie Gummer e la più piacevole Natasha Richardson; una bella fotografia crepuscolare del regista Lajos Koltai, già candidato all’Oscar per la miglior fotografia per il terribile Malèna di Tornatore. Che cosa manca allora per essere un buon film?: manca una regia che sappia valorizzare al meglio le attrici; mancano attori uomini veramente affascinanti e non semplici sosia debosciati di star cinematografiche (l’interprete maschile principale è Patrick Wilson, una specie di controfigura giovane di Kevin Costner). Soprattutto, la nota dolente sta nei dialoghi melensi che, per quanto scritti dall’autore di The Hours, sono zeppi di cliché e rendono molto superficiale il tratteggio dei personaggi, anche di quelli potenzialmente più interessantI come l’amico dei due amanti, Buddy, di cui andava perlustrata meglio almeno l’ambiguità sessuale. E invece Koltai rimane aggrappato alla cartolina; illustra correttamente ma senz’anima una storia noiosissima, con molti momenti morti; non riesce mai a infondere pathos né nelle scene di morte né in quelle d’amore. In due parole: che palle.

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