Le bugie dei Radicali
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Questa volta Pannella & C. l'hanno sparata troppo grossa (sarà il clima da Carnevale ormai imminente...).
Tanto grossa che hanno costretto il TG1 a trasmettere un comunicato nell'edizione di prima serata (la più vista) per precisare che i dati dei Radicali sullo spazio concesso al Papa dai telegiornali sono sbagliati.
E sbagliati alla grande, come qualsiasi persona che non vivesse su Marte potrebbe testimoniare per esperienza diretta.
D'altra parte, se costruiscono "statistiche ad hoc" in modo che la realtà si adatti alle loro strampalate teorie, poi non si dovrebbero lamentare che nessuno (a parte i nipotini di Stalin dei Collettivi Studenteschi - novelli Beria de noantri - e certi tipi balzani che passano pure per essere blogger acuti e brillanti...) li prenda sul serio.
Ma è sempre stata questa la strategia dei Radicali: sparare numeri assurdi per conquistare le prime pagine, tanto poi quello che resta nella memoria della maggior parte dei lettori sono i titoli cubitali, non le rettifiche con riferimenti ai dati reali rilasciate da parte di coloro che affrontano gli argomenti in maniera razionale.
Scusate, ma giudicate voi stessi.
Cosa pensereste di chi vi venisse a dire che i telegiornali delle reti Rai dedicano il 30 (TRENTA) per cento del loro spazio al Papa e ad altri esponenti della Chiesa Cattolica (immagino si riferiscano a vescovi, cardinali, sacerdoti e religiosi, dimenticandosi che la Chiesa Cattolica è formata anche da laici)?
Immagino che la prima reazione sarebbe di stropicciarvi gli occhi e di darvi un pizzicotto, per aver la certezza di essere svegli.
Dopodiché, probabilmente vi fareste una risata e suggerireste al soggetto in questione di non eccedere con gli alcolici (o gli spinelli, visto di chi si tratta...).
Eppure è facile ottenere una "statistica" (metto le virgolette per rispetto dei veri statistici, che potrebbero offendersi del paragone improprio) che dia ragione a questi deliri.
Basta considerare come 100 la somma dei tempi riservati ai seguenti quattro soggetti: Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Governo e Vaticano (intendendo con esso il Papa e gli altri esponenti della Chiesa cattolica).
Il tutto spacciato, come al solito, per "dati documentati e verificati della realtà" che dimostrerebbero (rullo di tamburi) la sistematica "occupazione del sistema dell'informazione da parte di esponenti del clero".
Ma trattenetevi ancora un attimo dallo scoppiare a ridere, per favore.
Aggiungiamoci pure che considerando i tempi effettivi, il TG1 è "accusato" (che "felloni", complici degli "oscurantisti clericali"!) di aver dedicato a Papa e altri esponenti della Chiesa la "incredibile" cifra di 26 ore, 35 minuti e rotti... in circa 2 anni e 9 mesi! Ovvero, dal 19 aprile 2005 (elezione Benedetto XVI) al 14 gennaio 2008.
(Per inciso, un'altra questione da tenere presente riguarderebbe anche il "modo" in cui nei telegiornali si affrontano argomenti relativi alla Chiesa Cattolica e alla religione in genere, che spesso non ricevono un trattamento "benevolo", anzi...)
Avete smesso di rotolarvi dalle risate?
Bene. Ricomponetevi, per favore...
Ora potete leggere come stanno veramente le cose.
Le bugie dei Radicali
Sono senza fondamento i numeri diffusi nei giorni scorsi dall’esponente dei Radicali, Marco Pannella, durante la trasmissione 'Porta a porta', sulla presenza della Chiesa cattolica e del Papa nei telegiornali delle tv italiane.
Secondo i dati del Centro di ascolto radiotelevisivo radicale, da quando Papa Ratzinger è stato eletto, il Tg1 gli avrebbe dato mediamente il 29,13% degli spazi, il Tg2 il 32% e il Tg3 il 25%. In un articolo pubblicato ieri dal quotidiano «Italia oggi», questi numeri vengono smentiti dalle cifre dell’Osservatorio Isimm ricerche, che fornisce i dati ufficiali all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. «Alla voce Vaticano e altri soggetti religiosi – si legge nell’articolo –, il tempo dedicato all’argomento, raggiunge il 3-4 per cento in Rai e una cifra quasi sempre inferiore in Mediaset». Inoltre, secondo i dati diffusi da CanaleTre sui passaggi televisivi, il Vaticano è in linea con gli spazi dati a Francia, Gran Bretagna, e molto lontano da quelli dedicati agli Stati Uniti.
(Fonte: Avvenire 20 Gennaio 2008)