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Reality... Bestemmia Dio chi umilia l'uomo

Fonte:
CulturaCattolica.it
Il nostro sito vuole essere anche occasione di dialogo e confronto tra uomini, secondo il motto di Agostino: "in necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas".

Ospitiamo per questa ragione una lettera di un amico a proposito di un articolo di Stefano Corbetta e la sua risposta.



Mi spiace sig. Corbetta, non ci siamo. Lei mi ricorda il Maurizio Costanzo Show: il giornalista (che a quei tempi occupava tutti gli spazi in Tv) ospitava persone omosessuali, spogliarellisti, truffatori e "insegnava" che non bisognava scandalizzarsi per tutti costoro perché "non hanno mica ammazzato nessuno". Io non sopporto chi fa le classifiche su cosa è più negativo, su quale è il reato più cattivo e così facendo si vorrebbe definire il bene e il male a proprio comodo.
Se c'è una cosa che fa parte della tradizione di quest'Italia, del popolo cattolico, è la concezione della bestemmia, in qualsiasi ambiente venga pronunciata. Non penso che bisogna condannare chi la pronuncia (e quindi commetterebbe un reato se ben ricordo un cartello che esisteva dentro i tram di una volta), non bisogna arrestare o multare nessuno.
Bisogna però rispettare Dio (anche se non ci si crede) e rispettare coloro per i quali è la cosa più preziosa, senza la quale non si può vivere. Don Giussani ci ha insegnato una frase: "Io penso che non potrei più vivere se non Lo sentissi più parlare" e per molti Egli è caro come o più della propria madre. E chi è che offenderebbe (per di più gratuitamente) la madre altrui?
Non vorrei che la sua posizione nasca dall'ansia di voler andare sempre contro il cosiddetto politically correct.
E poi ci ha pensato: che impressione può fare un sito di "cultura cattolica" che relativizza il significato della parola "bestemmia" a colui che (magari casualmente) si avvicina per la prima volta ai rudimenti della dottrina cristiana?
Cordiali saluti.

Lettera Firmata

P.S. Lei ha scritto: "contadini instancabili con il vizio dell'imprecazione, ultimo baluardo della chiara coscienza che il padrone di tutto restava comunque qualcun Altro". Andiamoci piano con il pensare che chi bestemmia abbia questa coscienza a meno che non aggiunga anche solo nella propria mente: "Dio, se ci sei fatti vedere da me!" (ma questa è una umile preghiera).

Mi viene in mente la pagliuzza e la trave, senza ovviamente voler fare apologia della bestemmia, lungi da me. Ma se ci soffermiamo soltanto sull'infelice imprecazione e sulle sue presunte conseguenze sulla sensibilità e sulla morale degli utenti, dimentichiamo l'essenziale, il "nocciolo della questione" direbbe Graham Greene. E come nel romanzo del grande scrittore americano, il nostro obiettivo era e rimane quello di smascherare attraverso il paradosso il falso perbenismo che in questo caso permette di accettare una tivù di stato che impunemente presenti la fiera delle vanità di strani personaggi in mutande e nello stesso tempo di scandalizzarsi di fronte ad una bestemmia che, seppur fastidiosa e da condannare in quanto contro il secondo dei dieci comandamenti, rischia di essere soltanto la ciliegina sulla torta. Prima di rispettare Dio, si rispetti l'uomo e la sua intelligenza. Non è stato fatto a Sua immagine e somiglianza?
Cordiali Saluti

Stefano Corbetta

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