Reality, ma non troppo
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Siamo alle solite. L’ennesima tragedia, peraltro annunciata, si è consumata in quel dell’Honduras, selvaggia dimora, se non fosse per luci e telecamere di divertiti cameramen che si aggirano tra noci di cocco e barracuda, della truppa di naufraghi più seguita d’Italia. Annunciata, dicevamo; e sì, perché gli autori dell’ahinoi fortunato programma l’Isola dei Famosi non sono certo degli sprovveduti ed è presumibile che sapessero bene, con buona pace di prelati e moralisti da oratorio, che la Toscana, dopo aver dato i natali a uomini come Dante Alighieri e Leonardo Da Vinci, si è distinta nel tempo come terra prolifica di uomini certamente comuni, ma legati indissolubilmente alla terra e ai frutti che generosamente concedeva, contadini instancabili con il vizio dell’imprecazione, ultimo baluardo della chiara coscienza che il padrone di tutto restava comunque qualcun’Altro. Massimo Ceccherini appartiene per stirpe a quel popolo e si sa, i geni non tradiscono mai. Se non che quel popolo forse è diventato lo specchio dell’intero stivale italico, con la differenza che oggi la bestemmia parte dal presupposto che l’indirizzatario appare molto meno consistente, quando non del tutto inesistente, e non per propria volontà ma per libera scelta del mittente. Così quando l’affranta conduttrice ha dovuto affrontare lo sfortunato protagonista e comunicare a un passo dalle lacrime l’imminente squalifica, ci è parso che una grave ingiustizia stava per essere perpetrata: l’unico stralcio di vero reality, ciò che ancora poteva salvare quell’ignobile farsa, veniva malamente censurato, causa le ferree regole che in quel piccolo mondo di Alice sanciscono ciò che è bene e ciò che è male. Come dire: potete insultarvi, accoppiarvi, mentire, piangere (si sa, gli attori sono maestri in questo), ma la bestemmia, quella no; offende il pubblico pudore, scandalizza la povera vecchina che per errore si è soffermata di fronte a quelle stranezze poco decifrabili, interpella quel poco di sacro che è rimasto in questa società ipocrita.
Certo, le regole sono regole e vanno sempre rispettate; peraltro siamo certi che il buon Ceccherini non aspettasse occasione migliore per lasciare quel buffo teatrino di strani personaggi, più o meno famosi, impegnati nella loro lotta quotidiana con la sopravvivenza, e se proprio dovessimo rimproverargli qualcosa, crediamo possa essere l’aver accettato di vestire i panni dell’ennesimo posticcio Robinson Crosuè, non certo la spontanea locuzione, quella è affar d’Altri.