Condividi:

La congiura del silenzio

Fonte:
CulturaCattolica.it

«Come attesta la lunga tradizione del cattolicesimo [...], continuate con energia a testimoniare l’amore di Dio anche con la promozione del “bene comune”: il bene di tutti e di ciascuno. Le vostre comunità ecclesiali hanno in genere un rapporto positivo con la società civile e con le diverse Istituzioni. Continuate ad offrire il vostro contributo per umanizzare gli spazi della convivenza civile. Da ultimo, raccomando anche a voi, come alle altre Chiese che sono in Italia, l’impegno a suscitare una nuova generazione di uomini e donne capaci di assumersi responsabilità dirette nei vari ambiti del sociale, in modo particolare in quello politico. Esso ha più che mai bisogno di vedere persone, soprattutto giovani, capaci di edificare una “vita buona” a favore e al servizio di tutti. A questo impegno infatti non possono sottrarsi i cristiani, che sono certo pellegrini verso il Cielo, ma che già vivono quaggiù un anticipo di eternità.» [Basilica di Aquileia, Sabato, 7 maggio 2011]

Non possiamo più continuare a pensare che queste lucide considerazioni di Benedetto XVI siano pie esortazioni, destinate a lasciare il tempo che trovano! E’ da troppo, ormai, che i cristiani sembrano rassegnati a coltivare il proprio orticello, sognando formule «magiche» per cambiare la sorte del mondo, e siamo francamente nauseati dall’insistenza con cui i «salotti buoni» vorrebbero insegnarci come si fa a vivere l’impegno politico.
Se è vero che i cristiani del passato non si sono impegnati a «puntellare» l’Impero romano in disfacimento, il suggerimento del grande McIntyre di creare spazi di novità come ai tempi di Benedetto ci trova appassionati ascoltatori. E’ per questo che non possiamo dimenticare come, proprio agli inizi della nostra storia, gli Apologisti si rivolgevano agli Imperatori per giudicare il mondo in cui vivevano e per suggerire proposte di novità di vita che valessero per tutti [basta ricordare la grande Lettera a Diogneto, per capire che cosa sia in gioco].
Troverete su queste pagine il racconto di quanto sta succedendo in Italia [sì, avete letto bene, qui in Italia] dove, con un pronunciamento del Parlamento (Camera e Senato – ma in attesa della definitiva approvazione della Camera) si vuole dare all’INCESTO riconoscimenti e diritti.
A dire il vero il «Forum delle Associazioni Familiari» aveva lanciato un manifesto per fare conoscere la situazione. Il manifesto è caduto nel vuoto, come tante altre occasioni di giudizio.
Sembra questo il metodo vincente: tutte le decisioni su temi in qualche modo “eticamente sensibili” devono essere prese facendo il possibile perché il popolo non ne sia al corrente, nella speranza che passino “silenziosamente”, senza che se ne discuta, nella indifferenza di tutti.

  • È capitato con il Codice Etico della Università Cattolica;
  • è capitato con la sentenza a proposito dell’esonero dall’ora di Religione cattolica (in questo caso addirittura i giudici hanno dimostrato incompetenza ed ignoranza, ma ciò non ha creato scalpore, tanto che nei media cattolici non ne ha parlato nessuno, tranne noi di CulturaCattolica.it);
  • è capitato con la decisione del Capo dello Stato a proposito del diritto del Vescovo di incontrare i giovani nelle scuole durante la visita pastorale; è capitato con gli attacchi alla Chiesa fondati su clamorosi e risibili falsi (come quello dell’UAAR rivelatosi un pesce d’aprile confezionato dall’Irish Tribune);
  • è capitato col tentativo di far passare sotto silenzio il sedicente spettacolo artistico blasfemo di Romeo Castellucci;
  • è capitato con i dubbi sulla trasparenza del premier del Governo Tecnico;
  • è capitato con la congiura del silenzio sui veri strateghi della guerra dell’ICI contro la Chiesa Cattolica;
  • è capitato con il tentativo di istituire a Varese un registro delle unioni civili;
  • è capitato con la denuncia della immonda satira al Papa…

Il silenzio del mondo cattolico addolora, ma noi del sito cerchiamo, piccoli Davide di fronte al Golia del mondo (economico, politico, mass-mediatico…) di non rassegnarci.
Così denunciamo «il re nudo» e testimoniamo le novità in atto: non abbiamo bisogno del permesso di nessuno, e ci consideriamo «liberi battitori», a cui non interessa il politically correct, ma solo essere noi stessi, senza doverci vergognare, camminando a testa alta.
Continueremo a denunciare ciò che va contro l’uomo e a testimoniare gli esempi di bene e di bellezza, e siamo fieri di avere ospitato la lettera di Mons. Negri ad Antonio Simone, perché la fede ci abilita a condividere la fatica e la sofferenza di ogni uomo, senza chiederci di essere noi i giudici – «Non giudicate, per non essere giudicati» ci ammonisce s. Paolo. Vorremmo essere come quel tafano di cui parlava Socrate nella sua Apologia per richiamare tutti a vivere con dignità e a gridare alta la verità dell’uomo.

Oggi diciamo con determinazione: l’incesto non va legalizzato. Non è una questione religiosa, ne va della società e del bene dell’uomo, di ogni uomo! Per quello che ancora potete fare, mobilitatevi per impedire questo scempio della vita e della dignità della persona!
Ci auguriamo che a portare avanti questa nuova battaglia a difesa della civiltà ci siano quei giovani a cui il Papa chiede di essere protagonisti di speranza e testimoni di passione per il bene comune. Dei politici corrotti o traditori non sappiamo che farcene! Per noi, se ne possono tornare a casa!

Vai a "Abbiamo detto... Gli Editoriali"