«Un popolo si desta»

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Durante la scuola media, nel centenario dell’Unità d’Italia, il mio maestro mi aveva regalato un libro sul Risorgimento dal titolo «Un popolo si desta». Mi è rivenuto in mente questo bel titolo (non ricordo una riga della propaganda risorgimentale di allora) pensando a quello che è accaduto dal 20 giugno in Piazza San Giovanni a Roma e che prosegue con la manifestazione del 30 gennaio al Circo Massimo.
È un popolo che si è mosso, spontaneamente, senza bisogno di politici ed ecclesiastici, né tanto meno, dei cantori di regime (e ce ne sono tanti, purtroppo*).
Questo popolo ha imparato la lezione di San Giovanni Paolo II, quando in America ha gridato con forza
«Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata... Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche... e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.» (S. Giovanni Paolo II, Omelia a Washington, Capitol Mall, 7 ottobre 1979). |
Ci alzeremo in piedi, e saremo presenti al Circo Massimo!
Ricordando quello che Papa Francesco ha detto: «La Chiesa ha... indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione»
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*Uno tra i tanti. Avete letto quanto afferma Tornielli sulla Stampa di oggi, 21 gennaio? Ecco le sue riflessioni: «Family day, il papa fuori dalla mischia
Il Papa ha parlato più volte delle minacce alla famiglia, ma non desidera essere coinvolto nelle decisioni che spettano alle conferenze episcopali, o nelle manifestazioni di piazza contro un disegno di legge, che competono ai laici. «Il Fatto Quotidiano» ha dato notizia della cancellazione dell' udienza al cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, inizialmente programmata per oggi. La motivazione del mancato appuntamento è la necessità per Francesco di dare la precedenza ad alcuni nunzi apostolici in procinto di ripartire per le rispettive sedi. E il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha invitato a non enfatizzare facendo «elucubrazioni anticipate sull'agenda» papale.
Non si può però escludere del tutto che il Pontefice, oltre al motivo dell' accavallarsi degli impegni, desiderasse anche non venire presentato come sponsor del Family Day, ormai alla vigilia della prolusione di Bagnasco al Consiglio permanente della Cei di lunedì prossimo. Un discorso atteso, nel quale si parlerà di unioni civili…»