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Meno ipocrisia alla vigilia dei giochi olimpici

Fonte:
CulturaCattolica.it
Al Parlamento Europeo il rispetto dei diritti umani in Cina ed in Tibet

Mercoledì 26 marzo scorso. si è svolta a Bruxelles una seduta plenaria del Parlamento europeo (PE) con all’ordine del giorno il rispetto dei diritti umani in Cina, l’esame della situazione in Tibet; ed eventuali azioni in vista e durante i Giochi olimpici.

Il motto di queste discussioni sembra essere «Vorrei tanto, ma non posso, però mi piacerebbe.» farcito di una buona dose di ipocrisia. Alcuni spunti a conferma di ciò:

  • Come già altri hanno notato, non si sapeva delle violazioni dei diritti umani in Cina quando hanno assegnato loro le Olimpiadi 2008? Sarebbe bastato scorrere “Asia News” o meglio ancora fare una telefonata al suo Direttore, padre Bernardo Cervellera.
  • Nonostante la situazione fosse nota è stata affidata ai cinesi l’organizzazione dei giochi per usarli anche come leva a favore dei diritti umani? E allora facciamolo!
  • Alcuni, tra i quali in prima fila il CIO (Comitato olimpico internazionale), sbandierano la retorica connessa allo spirito di Olimpia, e la netta separazione tra ideale sportivo e politica.
  • Il CIO quanti compromessi più o meno mascherati ha fatto sul tema dilettantismo – professionismo, alle spalle dello spirito di Olimpia, pur di salvare lo spettacolo.
  • La pretesa superiorità ed estraneità dello sport rispetto ai drammi umani, definiti fatti politici, lascia adito al dubbio di volersene lavare le mani.
  • Tutti Governi dell’UE hanno dichiarato che non si devono boicottare i giochi, perché cercare la soluzione al rispetto dei diritti umani, spetta alla politica. Cioè a loro; e allora cosa fanno?
  • Pochi mesi or sono Eurodeputati di tutti Paesi membri, e il Consiglio europeo hanno bocciato non solo l’embargo ma anche la moratoria della vendita di armi alla Cina.
  • Mentre alcuni politici delle Istituzioni europei ipotizzano di non presenziare alla cerimonia d’apertura, Solana, l’Alto rappresentante europeo per la politica estera dichiara che Lui ci sarà!


In apertura della discussione al Parlamento, indetta per i recenti episodi nel Tibet, il Presidente Hans-Gert Pöttering tra l’altro ha dichiarato, applaudito da tutti settori dell’aula: «Non possiamo permettere che il Dalaï Lama sia associato al terrorismo, non possiamo accettare la sua demonizzazione. (…) ritengo che ciascun uomo politico responsabile debba chiedersi se presenziare alla cerimonia d’apertura dei Giochi qualora la Cina non partecipasse al dialogo.» posizione sostanzialmente confermata dalla Signora Benita Ferrero-Waldner, Commissario alle relazioni esterne. Il Presidente francese Sarkozy che durante lo svolgimento dell’Olimpiade sarà Presidente di turno dell’UE, ha dichiarato che chiederà ai parteners europei se recarsi o meno in Cina

Era presente nella tribuna diplomatica una Delegazione del Parlamento tibetano in esilio, guidata dal Presidente; alla Delegazione i Parlamentari hanno tributato una standing ovation.

Dovendo trarre indicazioni dall’andamento della discussione direi che il parlamento è tuttora diviso, e le varie posizioni possono essere sommariamente così indicate:
  • boicottare i giochi, disertandoli;
  • boicottare la cerimonia di apertura da parte delle autorità politiche;
  • vincolare la partecipazione all’adesione delle Autorità di Pechino ad un tavolo negoziale sulla situazione tibetana a cui partecipi anche il Dalaï Lama, e sul rispetto dei diritti umani in Cina;
  • auspicare un’azione visibile da parte delle migliaia di atleti e di giornalisti accreditati
  • Non coinvolgere “lo sport” nella soluzione di problemi politici.

Dopo oltre un’ora di dibattito finalmente è stata citata con forza, la grave continua violazione dei diritti umani e della libertà religiosa di Vescovi, Sacerdoti e Fedeli cattolici perseguitati, torturati, incarcerati e uccisi. La denuncia è stata fatta dall’On. Agnoletto del PSE (in Italia aderente a Rifondazione Comunista), del resto non nuovo a prese di posizione di questo genere. Spiace dover notare che Deputati più vicini alle posizioni della Chiesa o erano assenti o hanno taciuto. Alcuni successivamente hanno motivato la non partecipazione alla discussione, non volendo esasperare i toni prima di un’azione tendente ad ottenere il boicottaggio.

Il Co-Presidente del Gruppo dei Verdi, Daniel Cohn-Bendit, già capo del ‘68 francese, invita ad un boicottaggio della cerimonia d’apertura dei giochi da parte dei capi di Stato, delle varie autorità, degli atleti e dei giornalisti. Auspicando che tutti si esprimano visibilmente durante i giochi, come sportivi e come cittadini, coinvolgendo gli spettatori. Tutti coloro che si recheranno nella capitale cinese per le Olimpiadi «“facciano un gran casino a Pechino”, perché se tutti tacciono, come il CIO (comitato Olimpico Internazionale) avrà vinto la dittatura.»

A nome del Gruppo Liberale, Bronislaw Geremek ha proposto che il Presidente Pöttering assuma l’iniziativa di avviare una tavola rotonda che riunisca Premi Nobel per la Pace, Rappresentanti del Tibet e Autorità cinesi. Il Presidente del PE ha assicurato che sottoporrà questa proposta all’Ufficio di presidenza allargato ai Presidenti di commissione e dei Gruppi politici.

Altri Deputati hanno accusato l’UE e gli Stati membri di ipocrisia perché con il loro silenzio intendono “non disturbare” le proprie multinazionali dislocate nel Paese asiatico.

L’On. Pasqualina Napoletano, del PSE, ha auspicato che si risponda favorevolmente alla richiesta del Dalaï Lama a favore di una commissione internazionale che si rechi in Tibet per fare piena luce sui recenti eventi sanguinosi. Il ruolo politico del Dalaï Lama, ha affermato, è imprescindibile e le Autorità cinesi devono accettarlo e intavolare negoziati diretti con Lui. A proposito dei disordini nel Tibet, la Signora Commissario Ferrero-Waldner ha affermato che i numeri relativi alle vittime sono certamente nell’ordine delle centinaia.

L’argomento verrà ripreso il 10 aprile prossimo, concludendo il riesame con la votazione di una mozione finale. Può darsi che per tale data si possa giungere ad un compromesso che raccolga il consenso di una forte maggioranza, per dare peso politico alla posizione del Parlamento. Staremo a vedere.

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