Profezia per l’Europa
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Vice presidente europeo della Convenzione dei Cristiani per l’Europa
Presidente dell’Ass. italiana Cristiani per l'Europa
e volentieri pubblichiamo questo "Appello ai cristiani credenti"
Caro Direttore,
nel corso della rubrica di Radio Maria «Cristiani per l’Europa», mercoledì 29 giugno scorso, ho lanciato un appello alle Associazioni, Movimenti e Realtà “laicali” italiane ed europee, che mi permetto chiederle di riproporre attraverso questo diffuso mezzo d’informazione.
L’Europa sta attraversando un momento di grave crisi istituzionale e politica, evidenziata dall’esito dei referendum in Francia ed Olanda, e dal mancato accordo sul bilancio comunitario. Il problema, per ogni europeista convinto, è tramutare questo momento di crisi, da fattore di rischio, d’insicurezza verso il futuro, in fattore di successo, di rinnovato slancio dell’ideale europeo. Indispensabile, a questo fine, il contributo dei cristiani, sia riproponendo la solidità di convinzione e la paziente costanza nell’azione di De Gasperi, Adenauer, Schuman, Monnet e Spinelli, sia traducendo in gesto, in “fatto presente nella società italiana ed europea”, le profetiche parole di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Profezia, secondo San Gregorio Magno, non è anticipare il futuro, ma svelare (aiutare a vedere e capire) ciò che c’è, che è presente qui ora.
Entrambi i Papi citati, sia pure con accenti diversi, hanno detto «O l’Europa sarà cristiana, o non sarà». Certamente non nel senso di un’azione di proselitismo, se non la proposta alla libertà degli uomini d’oggi della nostra sequela a Cristo centro del cosmo e della storia, ma nella “profetica” riaffermazione che la cultura sull’uomo e sulla società, che accomuna i Paesi ed i popoli del nostro continente, è la cultura esito di duemila anni di storia, arricchita dal contributo di altre culture. Senza la coscienza di questa realtà cosa può unirci? Gli interessi particolaristici e nazionalistici, forse?
Benedetto XVI, recentemente in visita al Quirinale ha detto «In virtù della sua storia e della sua cultura, l’Italia può recare un contributo validissimo in particolare all’Europa, aiutandola a riscoprire quelle radici cristiane che le hanno permesso di essere grande nel passato e che possono ancora oggi favorire l’unità profonda del Continente». “Profezie” chiare, solide ed illuminanti come queste non possono lasciare indifferenti e cristiani, bensì impegnano la loro partecipazione e la loro presenza nel mondo in questo momento storico.
Alla trasmissione ricordata all’inizio, sono intervenuti l’On. Mario Mauro, Vice Presidente del Parlamento europeo, e la signora Elizabeth Montfort, già deputato europeo, che si è impegnata, ed è impegnata, per la compresenza della cultura cristiana in ambito comunitario. Mauro ha affermato che “l’espressione «L’Europa o sarà cristiana, o non sarà» non è una lettura “religiosa” ma è un atto di grande realismo politico per la lettura della situazione attuale, e per l’azione di costruzione del futuro”. La Montfort ha sottolineato che la cultura cristiana è indispensabile che concorra, al pari di altre, alla costruzione del pensiero europeo, affermando che “la libertà ed il rispetto reciproco o sono per tutte le culture, o non c’è libertà e rispetto reciproco”, in altre parole non c’è futuro.
Poco tempo prima di essere chiamato sulla cattedra di Pietro, il Cardinale Ratzinger scriveva: «…il destino di una società dipende sempre da minoranze creative. I cristiani credenti dovrebbero concepire se stessi come una tale minoranza creativa e contribuire a che l’Europa riacquisti il meglio della sua eredità e sia così al servizio dell’intera umanità».
La potenza evocatrice di queste parole è responsabilità per ciascun cristiano credente; da qui l’appello, con molta umiltà e coscienza del proprio limite, rivolto a tutti i cristiani credenti in questo momento cruciale. Possiamo concorrere a ridare vigore contenuto e slancio all’ideale dell’unità europea, al servizio dell’intera umanità. Per far ciò occorre una ritrovata unità, per una grande prospettiva storica, tra Intellettuali, Studiosi, Politici e semplici Cittadini cristiani credenti. Occorre una ritrovata unità di popolo; di una parte importante del popolo europeo, di quell’etnia sui generis, come diceva Paolo VI, chiamata ad essere ora, di nuovo, «minoranza creativa». Occorre che insieme costruiamo la risposta a questo compito storico indicatoci dal Papa.