7 novembre 2006: Lettera dal Venezuela
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Caracas 7 Novembre 2006
Egregio Signor Giorgio,
Ho letto con gran interesse la sua preoccupazione sulla situazione nella quale si dibatte il Venezuela sotto la presidenza di Hugo Chávez e mi stupisce che, dopo anni di silenzio, qualcuno in Italia si preoccupi di questo povero ricchissimo paese sud americano, nel quale 25 milioni di abitanti sopravvivono e con essi centinaia di migliaia di vecchi immigrati italiani.
Per anni ho scritto decine di pagine piene di denunzie sul falso socialismo che sta imponendo a suon di scarponi chiodati il tenente colonnello Hugo Chávez Frias, trovando in Italia una quasi totale indifferenza, o meglio, un fastidioso e ripetitivo “ destinatario assente o meglio sconosciuto “ (Tranne Cultura Cattolica che gentilmente ha pubblicato quasi tutti i miei sos).
Comunque, per darle alcune indicazioni sulle reali condizioni del Venezuela, mi permetto ricordarle alcuni dati interessanti.
Hugo Chávez Frías, ex colonnello, ora presidente della “ repubblica “ é giunto alla notorietá grazie a un fallito colpo di stato. Dopo un breve soggiorno in carcere per delitto di ribellione, ha ottenuto, da un governo debole e compiacente, la grazia. Tre anni dopo, alle successive elezioni, ha raggiunto i voti sufficienti per raggiungere il palazzo presidenziale. Nel mese di Aprile dell’anno 2002, a causa di un’ immenso sollevamento popolare, é stato costretto a rinuciare al potere provocando, durante le manifestazioni, la morte di numerosi cittadini, assassinati per mano di forze civili e militari fedeli al suo regime. Per tali fatti esiste una denuncia introdotta alla corte internazionale di Roma.
Poche ore dopo essersi dimesso, truppe fedeli allo spirito rivoluzionario pro-castrista del suo governo lo hanno riportato al potere e da allora vive circondato da uno dei corpi di sicurezza piú efficienti del mondo, quello cubano, e la sua politica, interna ed estera, é caratterizzata da una violenta campagna antiamericana. Campagna appoggiata dai paesi con i quali ha stretto vincoli di alleanza sia civile come militare: Cuba, Iran, Corea del Nord, Cina, Zimbawe ecc.
Poco dopo il suo ritorno al potere, con un comportamento totalmente inappropriato per un capo di stato, ha provocato uno sciopero generale al quale hanno aderito circa 25.000 lavoratori della petrolifera statale PDVSA. Grazie ai fondi di riserva accumulati presso il Banco Central de Venezuela, il regime di Chávez é riuscito, con importazioni massiccie, ad ammortizzare gli effetti dello sciopero e a condannare tutti i lavoratori dell’azienda petrolifera al licenziamento in blocco. Ancora oggi, quattro anni dopo, questi sono in attesa delle rispettive liquidazioni.
Il Venezuela, sin dal 1900 una nazione essenzialmente agricola, si é trasformata in una potenza economica grazie all’ esportazione di greggio del quale possiede grandisssime riserve. Grazie a questo, solo negli otto anni di governo, Hugo Chávez ha ricevuto ben 500 mila milioni di dollari al ritmo di 65.mila milioni all’ anno!
Cosa ha fatto il regime “ socialista rivoluzionario ” con questo immenso capitale?
Difficile dirlo, giá che secondo gli ultmi bollettini della FAO, la povertá assoluta del Venezuela é aumentata. Proprio in un paese dove giá la denutrizione era, ed é ancor di piú, una delle prime cause di mortalitá infantile.
Chávez si vanta oggi di aver portato la nazione a un PIL dell’ 8% con eccellenti previsioni per il prossimo anno. Ma i poveri e la oramai quasi distrutta classe media, non possono recarsi in un ospedale pubblico, giacché questi sono sprovvisti dei materiali piú comuni ed elementari di assisteza medica.
Circolare oggi per Caracas,significa sottoporsi a file lunghissime nelle strade oramai insufficienti per contenere la gigantesca quantitá di lussuose automobili, molte guidate da “chofer” dei gerarchi che fanno vita nei corridoi dei ministeri e del parlamento, ridotto oramai ad essere l’ espressione di un unico partito, quello rivoluzionario socialista, meglio conosciuto come “chavista”
Migliaia di milioni di dollari sono stati spesi in una campagna internazionale che supporta la dottrina del “ Comandante Chavez “. Il socialismo del XXI secolo, come lui stesso lo definisce, si basa in realtá sull’ antiamericanismo, oggi certamente popolare, e sulla sua capacitá di sfidare costantemente l’Impero, come definisce la nazione Nord Americana.
A parte i costanti e costosi viaggi, le visite accompagnate da ricchi regali in petrolio greggio agli alleati, l’ex colonnello ha imposto una politica di rifornimento bellico in Russia, in tale quantitá e diversitá, da tenere preoccupato tutto il continente.
Una flotta di aerei da caccia SUKOY di ultima tecnologia, una poderosa flotta di elicotteri di assalto, centinaia di migliaia di armi leggere per la fanteria, mezzi navali, radar e missili di intercettazione sono parte degli acquisti fatti da Hugo Chavez al governo di Putin e se a tutto ció si aggiungono un milione e mezzo di riservisti continuamente allenati per la guerra di guerriglia, é compensibile come alcuni paesi dell’ area abbiano piú volte manifestato di non essere d’accordo con questa corsa agli armamenti.
Secondo la ONG “Trasparenza Internazionale”, il Venezuela é oggi uno dei paesi piú corrotti del mondo, in particolare del Sud America. Infatti, grazie agl’immensi introiti delle esportazioni di idrocarburi, tutti i gerarchi hanno la possibilitá di accedere e utilizzare senza nessun controllo i fondi dello stato.
Oggi Hugo Chavez si ripresenta di nuovo alle elezioni presidenziali in un ambiente di minaccia costante e di oppressione su tutti coloro che in forma diretta o indiretta hanno rapporti con il governo. Le sue parole durante l’ultima riunione politica sono state:
-PDVSA (Petroliera Statale) é rossa “ colore della rivoluzione “ e se qualcuno fra di voi che lavorate qui non é d’accordo, se ne puó andare immediatamente -
Successivamente in una visita presso un distaccamento delle forze armate ha ripetuto:
- Anche le forze armate sono e devono essere rosse e rivouzionarie, perché devono difendere gli interessi dello stato socialista -
Grazie alla politica di violenza instaurata oggi, la sicurezza personale in Venezuela é senza dubbio una delle peggiori del mondo. Negli ultimi otto anni, quelli che corrispondono al regime rivoluzionario si contano ben 200.000 morti, tutti cittadini caduti sotto la violenza criminale, alcune volte per cause politiche. Peggio che in un paese in guerra!
Il prossimo 3 Dicembre ci saranno le elezioni e il cittadino sicuramente, cosi come ha fatto Lei, si chiederá: è Chávez un buon presidente? Lo giudichi Lei.
Cordialmente
Salviamo Venezuela