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El Nacional - Giovedì 26 Ottobre 2006

Autore:
Ugalde, Luis
Padre Luis Ugalde (sacerdote gesuita). Rettore della UCAB (Università Cattolica Andrès Bello).

Perché votare?

A un mese dalle elezioni, tutti ci domandiamo perché votare e per chi votare.

Più dell’ 80% dei venezuelani (non importa la loro preferenza partitica) vogliamo difendere con il nostro voto, alcuni aspetti fondamentali della vita democratica, dell’unità nazionale e del superamento della povertà, con opportunità di lavoro e di una vita degna, oggi negata alla metà dei venezuelani.

Perché votare?
In questo momento cruciale, nel vedere la realtà nazionale, nel conoscere altre esperienze politiche, prendo la mia decisione di votare dai miei principi cristiani, dalla dottrina sociale della Chiesa e la difesa della democracia.

Non ho quindi nessun inconveniente nel dire perché vado a votare: voterò perché non si realizzi la promessa di "Cuba e Venezuela unite per sempre, una sola bandiera, un solo percorso, una sola rivoluzione" (7 ottobre 2006).

A Cuba c’è un solo datore di lavoro, una sola televisione, stampa, radio e scuola.
Tutto in esclusiva dello Stato e dei suoi padroni che, ormai da mezzo secolo, continuano a decidere cosa devono leggere i cubani, cosa devono pensare, perché devono simulare accordi con il regime. Chi dissente viene discriminato, criminalizzato e va in carcere. Questa tirannia impera dopo mezzo secolo di rivoluzione, con una povertà inaudita per chi non possiede dollari, per non essere al potere o per non vendersi. A Dicembre ci giochiamo la via cubana, si o no, per il Venezuela.

Voterò perché migliaia di imprese creino milioni di posti di lavoro con investimenti nazionali ed esteri. Oggi ci sono sette milioni di venezuelani che non hanno un impiego degno con sicurezza sociale. Non hanno opportunità di lavoro e quindici milioni di venezuelani non possono uscire dalla povertà.

Voterò per un grande patto nazionale educativo con un governo che convochi e chiami tutte le forze sociali per rivoluzionare la scuola, specie quella dei più poveri. Un progetto pubblico ambizioso e ampio, elaborato con i genitori e i rappresentanti, alla cui elaborazione ed esecuzione confluiscano i professori e i migliori talenti della società civile e che sia la priorità finanziaria dello Stato. Istruzione plurale, aperta e con valori e non imposta come indottrinamento partitico.

Voterò perché fioriscano le organizzazioni sociali di base con autonomia nelle loro decisioni, senza dover vestire una determinata maglietta, senza sottomettersi al controllo discriminatorio del partito per accedere a crediti, ai servizi pubblici di qualità e al lavoro. Voterò perché gli sforzi di milioni di famiglie per migliorare le loro abitazioni e ambienti, trovino un governo che risponda con servizi base di urbanismo e crediti accessibili, al tempo che abbordi il deficit accumulato di più di un milione di case, con politiche di effettiva costruzione, con risorse e iniziative plurali, pubbliche e private.

Voterò perché gli aiuti necessari alla popolazione carente d’ impiego e di entrate minime per l’alimentazione, istruzione e salute, propria e dei figli, arrivi senza discriminazione partitica, senza umiliazioni e senza esigere sottommissione al potere.

Voterò perché i militari recuperino la stima dei venezuelani per il loro rientro alle caserme, alla loro specialità e preparazione per la difesa della nazione.

Voterò perché nessun presidente possa perpetuarsi nel potere, che ci sia alternanza democratica, senza partito unico e che funzionino i poteri legislativo, giudiziale, elettorale e morale, indipendentemente dalla decisione presidenziale, per recuperare la resa periodica dei conti dei governanti che sono stati eletti. Il sovrano non è il presidente, ma tutti i venezuelani intorno al bene pubblico comune come nazione.

Voterò perché in Venezuela ci sia sicurezza, sena omicidi nè sequestri, perché non si semini l’odio e la guerra degli uni contro gli altri, perché ritorni il rispetto per quelli che la pensiamo diversamente e cessi la persecuzione politica e la stigmatizzazione degli oppositori come lebbrosi.

Voterò per avere relazioni positive e aperte con tutti i Paesi (compresi gli Stati Uniti d’America e Cuba), ma senza servilismo, nè ingerenze che impongano i loro interessi sui venezuelani.

Voterò contro la corruzione e l’incapacità nella gestione pubblica del Governo, aggravata dal clientelismo nel nominare incapaci accoliti e per la mancanza di controlli e di resa dei conti a una società civile più sveglia e partecipe.

Voterò per il riscatto delle istituzioni pubbliche che devono essere trasparenti, efficienti e con un trattamento uguale per tutti.

Voterò per una iniziativa privata abbondante e con responsabilità sociale che, unita a delle leggi che esigano che l’interesse proprio di ogni venezuelano sia compatibile e contribuisca al successo come nazione.

Questi sono alcuni degli aspetti in gioco il 3 dicembre.
Dopo sarà tardi per venire a piangere. Non importano le preferenze di partito, ma l’accordo fondamentale del paese che vogliamo l’immensa maggioranza dei venezuelani.

Per chi votare?

Ognuno saprà per chi farlo perché in Venezuela ci sia una vera democrazia sociale per tutti. Perché gl’ingenti introiti del petrolio, servano per la preparazione e ricchezza umana della popolazione e siano un investimento generatore di lavoro. Per finanziare l’istruizione, la salute, la sicurezza, l’abitazione e le strutture minime comuni, in una società produttrice di ricchezza e della cittadinanza responsabile. Se no, la maggioranza sarà condannata alla disoccupazione, alla povertà e all’esclusione politica.

Luis Ugalde

El Nacional - Jueves 26 de Octubre de 2006

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